Granchio di mare
Animali

Granchio di mare: cosa serve sapere

Il granchio di mare è un crostaceo molto diffuso in tutto il mondo.

Il suo nome scientifico è Brachyura e, tra le caratteristiche principali, vi è quella di possedere 10 zampe.

Le origini del granchio di mare sono in Cina ma il crostaceo, tra famiglie e sottosezioni, conta milioni di esemplari in tutto il mondo, dall’Europa all’Oceania.

Nonostante il granchio sia noto a tutti e la maggior parte delle persone sia in grado di riconoscerne uno, vi sono alcune informazioni che risulta utile sapere, per un impatto il più possibile sereno con questo crostaceo.

Anatomia: le sue caratteristiche fisiche

Per quanto riguarda la parte esterna del granchio, questa si compone di una corazza dura e coriacea, che si chiama carapace.

In alcune specie di granchio di mare, il carapace può essere ricoperto da una peluria dura e spessa, oppure da diversi spuntoni, che in questo caso risultano pericolosi per l’uomo.

Sulla parte superiore del corpo, il granchio di mare è provvisto di due grandi chele, utilizzate dal crostaceo per nutrirsi, ma anche come arma di difesa.

Le altre zampe, dalle dimensioni nettamente inferiori rispetto alle due chele, sono invece impiegate per il nuoto in acqua e per i movimenti su terra che, come molti già sapranno, possono anche seguire una direzione laterale.

Il corpo del granchio di mare presenta la classica forma piatta, con gli organi ben nascosti sulla parte inferiore, con il ventre non esposto, ideale per preservare le uova al suo interno.

Il resto degli organi, tra cui gli occhi e la bocca, sono invece posti sulla parte frontale, la stessa delle chele.

L’habitat naturale del granchio di mare e le famiglie presenti in natura

Per quel che riguarda l’ambiente in cui vive il granchio, la sua natura è quella marina, senza distinzione fra mari e oceani.

Infatti, il granchio di mare può vivere tranquillamente in acque più o meno salate, con diffusioni massicce in ogni parte del Pianeta, proprio grazie alla presenza di famiglie e sottofamiglie, le quali sono identificate in grandi gruppi:

  • Cyclodorippoidea;
  • Dromiacea
  • Ebrachyura;
  • Raninoida;
  • Thoracostremata.

In base alla categoria di appartenenza, il granchio di mare può assumere colorazioni diverse, che spesso si discostano dalla tonalità arancio scuro.

Il granchio di mare può vivere anche nelle zone rocciose e non solo in quelle sabbiose.

Come le grosse chele suggeriscono, il granchio di mare è di indole combattiva, perché sono molti i predatori che se ne cibano, compreso l’uomo, il quale lo cattura sia a mani nude, sia per mezzo dell’apposita strumentazione.

Le abitudini di vita e alimentari del granchio di mare

Il regime alimentare del granchio di mare si basa prevalentemente sulla loro natura anfibia e sulla conseguente capacità di vivere sia sulla terraferma, sia in acqua, grazie alle branchie che consentono al crostaceo di respirare.

L’alimentazione dei granchi di mare include alghe, ma anche detriti di origine organica, attinie e minuscoli echinodermi, animali marini ricoperti di piastre calcaree.

Il granchio è anche ghiotto di larve, pesci molto piccoli e vermi e, in genere, elementi in stato di decomposizione.

Gli esemplari di granchio che vivono prevalentemente sulla terraferma, originari dei Paesi tropicali, sono onnivori e fanno il loro ingresso in acqua solo in occasione dell’accoppiamento.

I granchi di mare sono animali che agiscono soprattutto di notte, in cui reperiscono il nutrimento e si spostano in gruppo, per evitare di essere catturati dai predatori.

Molto intelligenti e veloci, i granchi di mare cambiano la corazza anche due volte in un anno, in corrispondenza della variazione stagionale.

La femmina, durante il periodo della fecondazione, cambia il carapace, che diviene meno coriaceo e si allinea a quello del maschio: l’obiettivo è quello di facilitare la fecondazione.

Un aspetto particolare della fecondazione è legata alla morte delle femmine, che avviene in concomitanza alla schiusa delle uova.

La vita delle larve è piuttosto lunga, in quanto queste raggiungono i 3 mm dopo ben 9 mesi e raggiungono la maturità sessuale nell’arco di cinque anni.