Un paesaggio italiano (foto: freebestwallpaper.com)
Green economy

L’Italia che guadagna è green

IL GREEN RIPAGA. Investire nella green economy conviene. Ad affermarlo non sono le associazioni ambientaliste, bensì il rapporto GreenItaly 2014, presentato alla Camera da Fondazione Symbola e da Unioncamere. In questo studio si presenta la situazione dell’economia verde italiana, fotografando un fenomeno in continua crescita. La propensione verso il green è una faccenda che coinvolge una grossa fetta della produttività nazionale: ben un’azienda su cinque ha infatti scommesso sulle tecnologie green. Dall’agroalimentare all’hi-tech, dall’edilizia all’energia, gli eco-investitori stanno aumentando giorno dopo giorno.

234MILA ASSUNZIONI. Di tutte le aziende che in Italia hanno optato per la green economy, ben il 18,8% ha visto aumentare il proprio fatturato durante il 2013, portando così la cifra dei green jobs nazionali a quota 3 milioni. E parlando dell’immediato presente, il rapporto GreenItaly 2014 afferma che le «340mila imprese che contro la crisi puntano sulla green economy sono protagoniste dell’export e dell’innovazione e assumeranno quest’anno 234mila persone», corrispondenti al 61% del totale. Insomma, sembra proprio che se esiste qualcosa in grado di trainare l’economia italiana fuori dalla crisi, questo non possa essere altro che la green economy. Il merito delle aziende green è quello di possedere molta più concorrenzialità sui mercati nazionali rispetto alle imprese tradizionali: il 19,6% delle aziende verdi esporta stabilmente merci all’estero, di contro alla media nazionale del 9,4%. Oltre a ciò, il rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere mostra come chi investe nei prodotti green ha una maggiore capacità di produrre innovazione: il 20,6% delle imprese verdi italiane ha sviluppato nuovi servizi o prodotti nell’anno passato, a fronte dell’8,7% di chi si è fermato ai modelli passati.

ALLA RICERCA DI LAVORATORI GREEN. E se crescono le imprese verdi, cresce ovviamente il numero di green jobs a disposizione: se i lavori green costituiscono ad oggi il 13,3% dell’occupazione complessiva nazionale, questa cifra è sicuramente destinata ad aumentare nell’immediato futuro. Secondo lo studio, da qui al 2020 si creeranno circa 20 milioni di posti di lavoro green. E le offerte di occupazioni green spaziano in ogni settore: dal green copywriter al risk manager, dall’agronomo all’esperto di bonifiche, fino al geologo specializzato in dissesto idrogeologico. Ovunque ci sia un settore alla ricerca di una maggior efficienza con un minor impatto, lì servirà un nuovo lavoratore green.

L’ITALIA E LA CULTURA GREEN. La via verso un’Italia più ecologica è dunque aperta: come recita il rapporto, l’Italia è una delle economie europee a minore intensità di anidride carbonica, ed è anche la nazione europea con la miglior industria del riciclo. «Che la cultura green non sia oggi più soltanto patrimonio di una piccola cerchia di illuminati» ha spiegato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere «ma, al contrario, sia un orientamento che sta progressivamente conquistando gran parte dei nostri connazionali, è dimostrato dalla disponibilità, che quasi 8 italiani su 10 dichiarano, a preferire prodotti eco-sostenibili all’atto dell’acquisto». Secondo Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, «l’Italia deve fare l’Italia», scommettendo «sull’innovazione, la qualità, la bellezza, la green economy, per rinnovare il suo saper fare, la sua vocazione imprenditoriale e artigiana».