L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina
Mobilità

L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina

Quale sarà l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto? La promessa di costruire un attraversamento sullo Stretto di Messina, come è noto, torna ciclicamente nella storia italiana. Negli ultimi mesi il tema è tornato in modo particolarmente prepotente, con la nuova promessa fatta dal governo Meloni, in particolar modo mediante la spinta del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Si è ancora lontani dall’inizio dei lavori, per ora non sono per esempio noti nemmeno i costi; eppure un punto di partenza esiste, con il decreto Ponte che è diventato legge. Ma quale potrebbe essere l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina? Le minori emissioni dei trasporti sono tali da giustificare questa opera, dal punto di vista ambientale?

Come dovrebbe essere il Ponte di Messina, in sintesi

Per avere un’idea di come potrebbe essere l’attraversamento sullo stretto tra Calabria e Sicilia ci si può rifare al progetto proposto nel 2011 dal consorzio Eurolink, che dovrà essere come minimo aggiornato, adeguato, rivisto, autorizzato, e così via. Sappiamo però che si parla del ponte sospeso più lungo al mondo, avendo una lunghezza complessiva di 3.666 metri, una larghezza di 60,4 metri, sostenuto da due torri alte quasi 400 metri, una per ogni sponda. Sul ponte dovrebbero essere presenti 6 corsie stradali e due binari ferroviari, permettendo allo stesso tempo il passaggio navale nello stretto (per navi fino a 65 metri di altezza).

Lo stretto di Messina, un’area particolarmente fragile

Nel valutare quale potrebbe essere l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina è bene tenere in considerazione che questa area è particolarmente fragile. Si parla di un tratto di mare esposto fortemente a rischio sismico, a frane sottomarine, per non parlare del rischio tsunami, così come indicato dal gruppo di lavoro sul ponte dello Stretto ai tempi del governo Draghi. Per questo il progetto prevede la costruzione di un ponte capace di resistere a terremoti fino a una magnitudo 7,1 della scala Richter, nonché fino a venti di velocità pari a 270 chilometri orari.

Va inoltre sottolineato che nei dintorni ci sono due Zone di Protezione Speciale e 11 Zone Speciali di Conservazione, a riflettere un’alta concentrazione di ecosistemi fragili, di biodiversità e di aree rilevanti da proteggere.

Quale sarà l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto?

Fino a quando non sarà presentato il progetto finale non è effettivamente possibile stabilire con esattezza l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto. È però importante sapere che il progetto esistente non è stato autorizzato dal Ministero dell’Ambiente; senza una Valutazione di impatto ambientale positiva nessuna opera può essere realizzata in Italia. Va detto che il ministro Salvini spinge la costruzione dello Stretto promettendo un sicuro taglio delle emissioni relative ai trasporti tra Calabria e Sicilia, facendo riferimento ai traghetti che collegano le due sponde dello Stretto. Di certo i traghetti hanno un impatto ambientale importante, ma vanno considerati anche altri fatti: il governo Draghi aveva investito mezzo miliardo di euro per l’acquisto di traghetti a motori ibridi, meno inquinanti e più veloci; è inoltre probabile che, pur in presenza del ponte, parte dei traghetti resterà comunque attiva. E ancora, le emissioni minori dei trasporti andranno compensate anche con il fatto che il ponte verrà costruito nella parte più “breve” dello Stretto, che però risulta piuttosto lontana sia da Reggio Calabria che da Messina, andando quindi a ridurre sensibilmente sia la convenienza a livello di tempo che di emissioni.

Non stupisce quindi a questo punto scoprire la posizione contraria delle associazioni ambientaliste, con WWF, Legambiente e Kyoto Club che hanno espresso il proprio parere contrario, considerando per l’appunto l’alto impatto ambientale del Ponte sullo Stretto.