impossibile restare sotto agli 1,5 gradi di aumento
Cambiamento climatico

Bill Gates: impossibile restare sotto agli 1,5 gradi di aumento

Tutti lo conoscono prima di tutto come il principale fondatore della Microsoft Corporation, tra le più grandi produttrici al mondo di software del mondo. Ma Bill Gates, dopo la sua lunga avventura nel campo dell’informatica, è diventato anche molto altro: oggi lo si può definire come un filantropo, impegnato in tanti aspetti. Lo si è visto impegnatissimo nella lotta alla pandemia globale, e ora che questa emergenza sembra via via sotto controllo – pur non essendo ancora del tutto terminata – la sua attenzione sembra rivolta verso la minaccia climatica. Questo dopo che Bill Gates è finito al centro delle più diverse teorie complottiste, da chi lo vedeva come creatore del Coronavirus – per poter fare soldi attraverso i vaccini – a chi invece pensava che tutta la pandemia fosse stata orchestrata dallo stesso Gates per inoculare dei chip sotto pelle alla popolazione mondiale. Come si diceva, l’attenzione di Bill Gates è ora rivolta soprattutto alla lotta dei cambiamenti climatici, sfida che il ricchissimo imprenditore statunitense guarda in modo del tutto disincantato: come ha affermato pubblicamente pochi giorni fa, a suo modo di vedere è assolutamente impossibile restare sotto agli 1,5 gradi di aumento delle temperature rispetto all’epoca preindustriale.

Nessuna chance di restare sotto agli 1,5 gradi di aumento

Nei giorni scorsi Bill Gates è stato in Australia, dove tra le altre cose ha partecipato a un evento al Lowy Institute. E qui ha parlato anche e soprattutto della sfida posta dai cambiamenti climatici, più grande e difficile rispetto alle sfide che l’umanità deve affrontare in campo sanitario. E questo è vero, ha sottolineato Gates, anche se la malaria continua a uccidere circa 400 mila bambini ogni anno.

Anche perché, nella visione di Bill Gates, la crisi climatica peggiorerà in modo concreto. Secondo l’imprenditore di Seattle non ci sono possibilità di rispettare gli accordi di Parigi, i quali ponevano come limite un aumento di 1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale. Anzi: se Gates si dice certo dell’impossibilità di restare sotto agli 1,5 gradi di aumento, giudica improbabile anche il rispetto della soglia dei 2 gradi centigradi di incremento. «L’obiettivo ormai è minimizzare il riscaldamento il più possibile. A questo punto, restare al di sotto dei 2,5 gradi centigradi sarebbe fantastico. Io penso che sia possibile rispettare questa soglia».

L’Australia, le rinnovabili e il nucleare

La battaglia per il rispetto della famosa soglia degli 1,5 gradi, secondo Gates, sarebbe quindi ormai già persa. Ma questo non porta il filantropo ad arrendersi. Nella sua visita australiana ha spiegato quanto sia «stupendo avere l’Australia a bordo nella lotta contro i cambiamenti climatici» per poi sottolineare le grandi possibilità del paese dal punto di vista delle rinnovabili. Gates ha inoltre parlato fissione nucleare, giudicandola come molto promettente quale risorsa energetica indipendente dalla situazione meteorologica. Su questo stesso punto ha poi lodato l’approccio australiano per valutare l’impiego della tecnologia dei piccoli reattori modulari, ovvero l’idea di aspettare 15 anni per verificare la loro affidabilità e la loro sicurezza.

Bill Gates e la lotta ai cambiamenti climatici

Quel che è certo è che Bill Gates è impegnato in senso concreto nella lotta ai cambiamenti climatici. Per fare un esempio, sono ben 108 le startup attive nel mondo della lotta al climate change che hanno conosciuto un’incursione da parte dell’imprenditore. Si pensi poi al saggio pubblicato nel 2021 – edito in Italia da La Nave di Teseo – dal titolo “Clima, come evitare un disastro. Le soluzioni di oggi. Le sfide di domani”. A suo vedere, l’unico modo per evitare la catastrofe è quello di mettere in moto una rivoluzione tecnologica su larga scala, sapendo che, come affermò non molto tempo fa, «innovazioni come auto elettriche, pannelli solari, batterie agli ioni di litio e hamburger vegetali» sono utili, ma non sufficienti: «va fatto un piano climatico serio, e ancora non lo abbiamo».