Jian Mu Tower grattacielo idroponico
Architettura sostenibile

Jian Mu Tower: in Cina il grattacielo idroponico più alto del mondo, firmato Carlo Ratti

A Shenzhen, la quarta città più popolosa della Cina con i suoi 13 milioni di abitanti, non mancano certo i grattacieli spettacolari. Sorge lì per esempio il Ping An Finance Centre, alto 599 metri, e si innalza lì anche il Kingley 100, con i suoi 441 metri di altezza. È in arrivo però un grattacielo che, pur non battendo nessun primato assoluto in termini di altezza, stabilirà un nuovo interessante record: parliamo della Jian Mu Tower, quella che diventerà il grattacielo idroponico più alto del mondo. Si parla nello specifico di una torre che, con i suoi 51 piani totali, si eleverà dal suolo cittadino per 218 metri. I quali di certo non sono pochi, pensando che il grattacielo italiano più alto – la Torre Unicredit di Milano – raggiunge “appena” i 231 metri. E del resto la firma sul progetto della Jian Mu Tower è italiana: a vincere il concorso internazionale per la progettazione di questo enorme grattacielo idroponico è infatti stato lo studio torinese Carlo Ratti Associati.

Grattacieli e idroponica: così gli edifici diventano vertical farm

La Jian Mu Tower diventerà il grattacielo idroponico più alto del mondo: nessuno finora ha mirato così in alto con le vertical farm. Eppure da anni, a partire dagli insegnamenti di quello che è universalmente definito come il guru dell’agricoltura verticale – parliamo del professore della Columbia University Dickson Despommier – si è capito che questa è una delle migliori soluzioni possibili. I presupposti sono noti: visto il sovraffollamento delle metropoli e lo sfruttamento intensivo dei terreni da coltivazione, le vertical farm possono risolvere il problema. Si parla infatti di rifornimento di cibo a chilometro zero, senza sfruttare altro terreno.

I numeri della Jian Mu Tower

A bandire il concorso internazionale vinto dall’archistar torinese è stata la catena di supermercati cinese Wumart. Il grattacielo, posizionato nel quartiere business di Shenzhen, una volta completato ospiterà quindi un grande supermercato, nonché uffici e ristoranti. Ma a stupire non è il numero dei piani, né quello dei metri complessivi: la vertical farm che prenderà luogo sulle pareti del grattacielo riuscirà infatti a fornire ogni anno 27mila tonnellate di frutta e di verdura, seguendo i principi della tecnica idroponica. Nello specifico la vertical farm avrà a disposizione una superficie verticale di ben 10mila metri quadrati, dove saranno coltivati ortaggi, frutti e erbe aromatiche. I benefici non si limitano peraltro alla sola fornitura di cibo fresco a chilometri zero. Va detto anche che la presenza stessa delle piante sarà preziosa per difendere la Juan Mu Tower dall’irraggiamento solare, consentendo così una riduzione dell’energia richiesta per il condizionamento degli ambienti interni. Ad occuparsi della gestione delle piante sarà un sistema automatizzato che, attraverso un agronomo virtuale, regolerà i processi di nutrimento e irrigazione delle colture, per rendere il tutto quanto più autonomo possibile.

Lo studio Carlo Ratti Associati

La Jian Mu Tower non rappresenta il primo progetto firmato dallo studio Carlo Ratti Associati che unisce architettura e agricoltura. Si parla per esempio del complesso edilizia milanese del progetto Vitae, che coniuga le costruzioni con un vigneto; oppure di un altro progetto orientale, per la costruzione della CapitaSpring Tower a Singapore, ovvero un edificio di 280 metri con una foresta su più livelli. Come ha spiegato Carlo Ratti, che oltre a essere il fondatore dello studio è anche professore presso il MIT, La Jian Mu Tower porta l’agricoltura urbana al livello successivo, in quanto «tale approccio ha il potenziale per svolgere un ruolo importante nella progettazione delle città del futuro, poiché affronta una delle sfide architettoniche più urgenti di oggi: come integrare il mondo naturale nella progettazione degli edifici».