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Animali

Koala: popolazione giù del 30% in 3 anni

Il koala è una delle specie iconiche del continente australiano, un animale che da sempre attira la curiosità degli occidentali, non abituati ai marsupiali. Il koala, peraltro, è una creatura del tutto particolare sotto molti punti di vista, la cui quotidianità non può che stupirci di continuo.

Questo marsupiale arboricolo si nutre praticamente solo di foglie di eucalipto, ed è quindi strettamente legato alle foreste con prevalenza di queste piante. Ne va ghiotto: un koala adulto mangia più di mezzo chilo di foglie di eucalipto ogni giorno, laddove per il resto della giornata – e quindi per 18-19 ore al giorno – dorme o sonnecchia.

Sugli alberi, ovviamente, visto che il koala scende a terra molto raramente. E non è un caso, visto che lontano dai suoi fidi rami sarebbe una preda fin troppo facile per i famelici dingo, i cani selvatici australiani. Le orecchie arrotondate, gli occhi piccoli, il corpo tozzo. Il koala adulto maschio può raggiungere i 14 chilogrammi di peso, e possiede delle zampe potenti dotate di dita prensili e di lunghi artigli, perfetti per arrampicarsi sugli alberi.

Dall’alimentazione in poi, si tratta di un animale altamente specializzato, ed è esattamente questo, al giorno d’oggi, il suo più grande e tragico problema: per questa caratteristica non è assolutamente in grado di adattarsi ai cambiamenti repentini, a partire dai cambiamenti climatici. E a dimostrarlo ci sono stati questi tre drammatici anni, durante i quali la popolazione di koala, in Australia, si è ridotta del 30%.

Il triennio infernale dei koala: gli incendi

Il rapporto della Australian Koala Foundation (AKF) riporta numeri spaventosi. Nello studio si spiga infatti che la popolazione dei marsupiali nel 2018 era compresa tra 45.745 e 82.170, mentre oggi è compresa tra 32.065 e 57.920. Le stime sulla popolazione dei koala sono come si vede molto vaghe, ma sulla grande perdita nell’ultimo triennio non ci sono dubbi: il WWF afferma per esempio che «nel 2019 e 2020 sono morti oltre 60.000 koala».

Cosa ha portato a questa strage? I principali colpevoli sono da individuare nei devastanti incendi delle praterie e delle boscaglie che tra 2019 e 2020 hanno messo in ginocchio l’Australia. Si parlerebbe infatti in tutto di 19 milioni di ettari di foreste spazzate via dal fuoco.

Gli incendi, dunque, hanno cancellato l’habitat di migliaia di marsupiali, oltre ad avere ucciso 34 persone, aver distrutto oltre 5mila edifici e aver colpito complessivamente 3 miliardi di italiani. Come ha spiegato il direttore dell’AKF Deborah Tabart «i terribili incendi del 2019-20 hanno contribuito, naturalmente, a questo risultato, ma non sono certamente l’unica ragione per cui stiamo assistendo a un declino delle popolazioni di koala».

Non solo le fiamme

Le cause della moria di koala non sono da individuare solamente negli incendi. Si deve pensare anche al cambiamento climatico (che è a sua volta tra le cause degli incendi), alla deforestazione antropica, alla siccità, all’estrazione mineraria nonché agli impatti delle attività agricole.

Tutto questo ha portato a queste enormi perdite, con lo stato del Nuovo Galles del Sud, il più colpito, che ha perso il 41% della propria popolazione di koala. La deforestazione sarebbe causata dallo sviluppo urbano, dalle esigenze degli allevatori di bestiame e dalle attività minerarie, in un circolo vizioso che, come vittima principale, ha proprio i koala.

Va peraltro ricordato che questi marsupiali erano già stati decimati negli anni scorsi dal retrovirus (KoRV), chiamato anche koala AIDS. Il cambiamento climatico, con tutte le sue drammatiche conseguenze, è quindi una nuova enorme tragedia nell’universo di questi piccoli marsupiali, ormai a elevato rischio d’estinzione.