Alcuni delfini (foto: freeimages.com)
Animali

L’Onu vieta la cattura dei delfini

STOP ALLA CATTIVITÀ DEI DELFINI. Saltano, giocano, nuotano insieme agli istruttori, sorridono ad un pubblico in festa. Ma loro non si stanno divertendo, anzi: sono a tutti gli effetti prigionieri di un’esistenza completamente innaturale. Ovviamente si parla dei delfini e dei delfinari, una realtà che potrebbe essere finalmente giunta al suo termine. Durante un meeting della Convenzione sulle specie migratorie tenutosi in Ecuador, l’Onu ha sancito il divieto di catturare i cetacei a scopo commerciale. Un deciso stop alle strutture di cattività come delfinari e oceanari dunque, le quali secondo l’Onu sarebbero «inadatte alle esigenze della specie».

MODIFICARE LA LEGISLAZIONE INTERNA. Nessun animale dovrebbe essere tenuto in cattività, ma è ancora più penoso pensare allo stato di prigionia indotto ai delfini. I cetacei, infatti, sono tra le creature più intelligenti e sensibili al mondo. Basti pensare che solo i delfini, insieme agli uomini ed agli scimpanzé, sono in grado di riconoscere la propria immagine riflessa allo specchio. Per dare un taglio a queste barbarie, il provvedimento della Convenzione sulle specie migratorie prevede che «i 120 Paesi membri modifichino la loro legislazione interna per vietare le catture in natura e blocchino le importazioni dei cetacei per gli spettacoli nei delfinari». Una svolta storica, poiché finalmente al coro degli animalisti si è unito anche il mondo scientifico. Ogni singolo paese dovrà adesso adeguarsi a questa nuova linea, dettata da motivazioni etiche oltreché di natura etologica. Sull’onda del nuovo provvedimento Onu Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Ente Nazionale Protezione Animali, ha invitato il governo italiano a «recepire immediatamente la risoluzione della Cms nel nostro ordinamento giuridico e di vietare per sempre le importazioni dei cetacei destinati alla cattività».