Marmotta
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Marmotta: come fa la tana?

La marmotta – Marmota marmota – è un roditore che appartiene alla famiglia degli Sciuridae. È un mammifero erbivoro che perciò si nutre di erba, granaglie, radici e foglie e vive sulle Alpi a una latitudine variabile tra i 1.500 e i 3.000 metri. La sua tana si estende in lunghezza e costituisce un ottimo rifugio d’inverno quando la marmotta è in letargo, ma è anche il luogo ideale per accoppiarsi e per far crescere i cuccioli proteggendoli dai predatori.

La tana della marmotta, un rifugio caldo e accogliente per l‘inverno

La marmotta utilizza le zampe e i lunghi artigli per scavare la tana che si sviluppa in gallerie lunghe anche fino a 20 metri. Il rifugio è una costruzione complessa, costituita da più camere nelle quali vivono e si riparano anche 15 esemplari che appartengono alla stessa famiglia. Tutti perciò condividono gli stessi ambienti e vivono in armonia nel rispetto di precise regole gerarchiche che prevedono una coppia dominante al vertice e tutti gli altri esemplari come subalterni. La tana è indispensabile nei mesi invernali in cui la marmotta va in letargo e in questo periodo, il rifugio è caratterizzato da un’unica galleria d’accesso, per proteggersi meglio dai predatori.

L’entrata della tana viene chiusa poco prima di andare in letargo dagli esemplari maschi del gruppo che preparano un impasto speciale formato da saliva, terra ed erba che diventa un tappo duro, difficile da rompere. Da ottobre a marzo, inoltre la tana è dotata di un ambiente grande in cui viene custodito il fieno, una provvista alimentare indispensabile per sopravvivere ai rigori invernali. La marmotta, infatti nei periodi precedenti il freddo raccoglie l’erba e la essicca al sole per evitare che le muffe la deteriorino e solo quando è perfettamente disidratata, la trasporta all’interno del suo rifugio per consentire al gruppo di sfamarsi anche durante il letargo. Nei mesi invernali le marmotte riposano vicine nell’anfratto più largo della tana per mantenere più alta la temperatura corporea e per non disperdere le energie, rallentano il respiro e il ritmo cardiaco.

La protezione della tana e del gruppo

La marmotta si risveglia poi ad aprile quando il clima diventa più mite e costruisce una tana più adatta alle nuove esigenze, il rifugio per i mesi più caldi, infatti ha camere poco profonde e con più uscite all’esterno poiché d’estate la vita di quest’animale si svolge per lo più all’aperto. La marmotta in primavera usa la tana per accoppiarsi e quando dopo un mese di gestazione nascono i cuccioli, questi restano al riparo per i due mesi successivi, per essere protetti da eventuali predatori. La marmotta è un animale sociale che ama vivere con i suoi simili, ma è molto gelosa del suo rifugio, perciò lo difende anche dagli altri esemplari della sua specie con atteggiamenti molto aggressivi e combattimenti violenti. Inoltre per segnalare la sua presenza agli altri animali e intimorirli, marca il confine del territorio attraverso delle secrezioni odorose.

L’attività della marmotta si svolge prevalentemente nei pressi del suo rifugio a una distanza non maggiore di 20 metri poiché è sempre in allarme per l’eventuale arrivo di predatori come l’aquila reale e la volpe, che sono molto veloci nell’afferrare le prede. Un esemplare del gruppo, perciò resta sempre di sentinella in posizione eretta e avvisa le altre marmotte in caso di pericolo con un fischio caratteristico.

La tana, il luogo in cui i cuccioli imparano le regole sociali

La tana ha un ruolo molto importante anche per la socialità di quest’animale che vive al suo interno con tutta la famiglia. Il rifugio infatti è occupato stabilmente in tutte le stagioni da una coppia dominante e dai loro discendenti che imparano a vivere nel gruppo da cui sono protetti e amati. Quando i cuccioli intorno ai due anni raggiungono la maturità sessuale e desiderano lasciare la famiglia, si allontanano dalla tana e partono verso altri territori da colonizzare. Questo periodo è il più difficile e rischioso per la vita della marmotta poiché non è protetta dal gruppo e si espone al rischio di essere cacciata dai predatori. La ricerca di un nuovo ambiente termina solo quando il giovane esemplare trova un luogo ideale per costruire un altro rifugio che diventa perciò la tana per un nuovo nucleo indipendente.