tartaruga caretta
Animali

Perchè la tartaruga caretta è in via d’estinzione?

La tartaruga caretta è la più comune tartaruga marina che si può incontrare presso le acque costiere del nostro pianeta. Ad oggi, l’esistenza di questo animale è fortemente minacciata, tanto che si trova addirittura al limite dell’estinzione se ci restringiamo ad osservare la distribuzione dei loro nidi presso le coste italiane. Da considerare quindi che è davvero molto importante limitare il più possibile le azioni dell’uomo potenzialmente pericolose per questa specie.

Morfologia delle tartarughe caretta

La tartaruga caretta è dotata di un ampio guscio che la protegge da alcuni predatori e dalle intemperie marine. Le sue dimensioni sono molto variabili, potendo essere esigue, fino a raggiungere una lunghezza del corpo pari a circa 140 cm ed una massa che si aggira intorno ai 160 Kg. La testa è grossa e le zampe sono pinnate. Ciò permette di eseguire agili movimenti nelle acque marine; le estremità terminano con unghie affilate che tendono a limarsi man mano che l’età dell’esemplare considerato avanza.

A differenza di quanto si possa pensare (essendo un animale marino) la tartaruga caretta non respira attraverso le branchie, ma è dotata di polmoni e riceve ossigeno salendo in superficie; nonostante ciò, le tartarughe caretta trascorrono molto tempo in profondità. Questo è possibile in quanto si tratta di animali in grado di vivere in apnea per tempi molto lunghi, emergendo solo di tanto in tanto.

Possiamo distinguere i maschi dalle femmine in maniera molto semplice e a partire dall’età dei 13 anni. Gli individui di sesso maschile presentano infatti una lunga coda (di cui le femmine sono prive) e degli arti molto più sviluppati rispetto a quelli degli esemplari di sesso femminile.

Riproduzione delle tartarughe caretta

L’accoppiamento tra tartarughe caretta avviene nelle acque marine presso le zone in cui sono nati gli esemplari di sesso femminile; questi ultimi sono dotati di un imprinting particolare che permette loro di ritrovare il luogo d’origine anche dopo aver percorso lunghe distanze in mare.

Una volta entrati in contatto, il maschio si posa sul dorso della femmina spostando la coda e mettendo in contatto la sua cloaca con quella della partner; un singolo accoppiamento può durare diversi giorni e una femmina generalmente si accoppia con più maschi.

Terminata questa operazione, le femmine sostano qualche giorno in acque poco profonde; successivamente scavano buche nella sabbia, presso la riva prossima a dove l’accoppiamento è avvenuto. Qui depongono circa 200 uova che restano in incubazione fino a 65 giorni prima di schiudersi. Il periodo potrebbe anche essere più breve a seconda della variazione di alcuni fattori ambientali, come la temperatura e l’umidità del suolo.

Nonostante le uova deposte siano così tante, la prima sfida che i nuovi nati devono superare per sopravvivere è molto difficile; una volta uscito dal guscio, il piccolo di tartaruga caretta deve scavare per circa 7 giorni al fine di scavalcare le pareti del nido costruito dalla madre.

Successivamente, il nuovo esemplare segue la luce emessa dalla luna per dirigersi verso il mare. Pochi riescono a raggiungerlo effettivamente e molti cadono vittima dei predatori anche dopo essersi immersi nelle acque più vicine. Anche la crescita è particolarmente dura e solo una minima parte raggiunge l’età adulta.

Pericoli per la tartaruga caretta dovuti all’azione dell’uomo

Purtroppo le minacce relative a questa specie non sono legate soltanto alla naturale difficoltà che gli esemplari affrontano durante la crescita.
La tartaruga caretta è un animale onnivoro, che si ciba principalmente di molluschi, crostacei, meduse, echinodermi, gasteropodi e altri pesci minori. Ulteriori problemi non ci sarebbero se, oltre a residui di questi animali, all’interno del loro stomaco non fosse stato trovato anche altro, principalmente tappi e buste di plastica, ami, reti e fili.