Pesce angelo
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Pesce angelo: come vive davvero?

Apprezzato per la bellezza del suo aspetto policromatico dai colori particolarmente intensi e brillanti, il pesce angelo è un animale d’acqua dolce appartenente alla famiglia dei Ciclidi.

Il suo comportamento biologico presenta alcuni aspetti unici e caratteristici, tanto da spingere la maggior parte dei naturalisti a porsi il quesito “il pesce angelo: come vive davvero?”

Morfologicamente si presenta con un corpo di media grandezza, rosso-arancio sul dorso e giallo ai lati, con numerose strisce nere verticali alternate ad alcuni frammenti blu.

Dal punto di vista comportamentale, si tratta di una specie che predilige la solitudine e che cerca spesso di nascondersi completamente per sentirsi al sicuro.

Grazie alla sua estetica di grande impatto visivo, il pesce angelo è molto popolare tra gli acquariofili, dato che contribuisce a creare armoniose macchie di colore in qualsiasi acquario domestico.

Essendo un esemplare territoriale è necessario conoscere le sue abitudini prima di inserirlo in una vasca, poiché potrebbe mostrare una notevole aggressività verso altre specie ittiche.

Come vive davvero?

Il pesce angelo è un animale piuttosto aggressivo, che morde vongole, cozze, molluschi e coralli, un comportamento di cui bisogna tenere conto nel momento in cui lo si inserisce in un acquario.

In natura infatti esistono equilibri biologici a cui la fauna acquatica si adegua, mentre in un contesto domestico è indispensabile valutare con attenzione tali atteggiamenti.

Essendo carnivoro, l’animale deve essere nutrito con una dieta specifica a base di pellet e fiocchi proteici bilanciati per evitare il rischio di disturbi metabolici.

Il cibo più indicato per una crescita armoniosa è costituito da gamberetti vivi, da camole, da pulci d’acqua e da piccoli vermi.

Se lasciato con altri pesci di dimensioni minori, è probabile che esso li mangi con atteggiamento predatorio.

Il suo accrescimento può raggiungere 25 centimetri di lunghezza e 15 centimetri di altezza, a patto che il regime nutritivo sia bilanciato e che lo spazio disponibile gli consenta di muoversi liberamente.

Perché è importante chiedersi: il pesce angelo come vive davvero?

Chi desidera inserire un esemplare del genere nel proprio acquario deve essere consapevole dell’aggressività che lo caratterizza.

Sarebbe pertanto preferibile farlo vivere isolato oppure con altri esemplari della sua stessa specie, per non correre il rischio di comportamenti territoriali, tipici soprattutto dell’età adulta.

Da giovane il pesce angelo è piuttosto socievole, mentre col passare del tempo tende a sviluppare un carattere più aggressivo e solitario.

Durante le fasi dell’accoppiamento può diventare estremamente violento, fino a ingaggiare lotte mortali con i suoi antagonisti.

Non solo i maschi, ma anche le femmine si mostrano feroci per difendere la prole.

In questa specie non esiste dimorfismo sessuale, in quanto gli esemplari maschili sono indistinguibili da quelli femminili, sia per forma che per dimensioni del corpo.

Tra la pinna anale e quella ventrale è localizzata una papilla che, quando la femmina è gravida, diventa più voluminosa e arrotondata e rappresenta dunque l’unico segno distintivo tra i due sessi.

Oltre a quelle d’acqua dolce, esistono anche alcune specie marine, che hanno come habitat privilegiato le scogliere coralline oceaniche.

Gli acquariofili devono sempre chiedersi: il pesce angelo come vive davvero?

Allevare un pesce angelo è senza dubbio una vera e propria sfida per gli acquariofili, dato che le abitudini di vita di questo animale sono decisamente impegnative.

Bisogna infatti tenere conto che va soggetto all’ictiftriasi, una patologia parassitaria che dipende da un microrganismo spesso presente negli acquari e che si diffonde con estrema facilità tra i pesci.

Il sovraffollamento e le scarse condizioni igieniche della vasca sono importanti fattori predisponenti a questo disturbo, che può essere mortale.

Il pesce angelo è oviparo, per cui le femmine depongono uova in maniera stratificata, preferibilmente su superfici solide, sulle quali il maschio sparge il seme.

Quando la fecondazione ha avuto un esito positivo, nel giro di due giorni nascono i girini, che al V giorno incominciano a nuotare liberamente.