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Mobilità

Qual è il reale impatto ambientale delle auto elettriche?

Sono anni di grandi cambiamenti per il settore automotive. Accanto alla necessità di risollevarsi dopo un periodo in cui diversi eventi hanno impattato negativamente l’industria dell’automobile, l’urgenza di accelerare e consolidare la transizione verso l’elettrico sta diventando sempre più evidente, anche alla luce della crisi climatica di cui siamo quotidianamente testimoni. In questo contesto, cambiano anche le abitudini dei consumatori: negli ultimi anni, per esempio, si è assistito all’espansione del mercato dell’usato, in parte anche a causa di un momento non particolarmente florido per l’economia globale. Con la digitalizzazione che corre veloce, non stupisce la rapida penetrazione del mercato automobilistico sul web, anche per quanto concerne l’usato: diverse piattaforme dedicate ai ricambi usati per i veicoli stanno guadagnando una certa popolarità. Una di queste è Ovoko, molto apprezzata per l’ampia disponibilità di pezzi e per la qualità del servizio, ma anche per il materiale informativo presente sul sito: qui, per esempio, puoi leggere qualcosa in più sui ricambi BMW. In questo articolo, invece, approfondiamo il tema delle automobili elettriche e del loro impatto ambientale.

Zero emissioni non significa nessun impatto

Partiamo subito chiarendo un aspetto: anche le automobili elettriche hanno un impatto ambientale. A differenza dei mezzi che montano motori a combustione, comunque, per questa tipologia di veicoli sono i processi di produzione, ricarica e riciclo finale gli unici che determinano un impatto sull’ambiente. Negli ultimi anni, è stato verificato che gran parte dell’inquinamento relativo ai veicoli elettrici si riferisce alla fabbricazione della batteria: Volvo, per esempio, aveva spiegato come effettivamente le emissioni provocate dalla produzione di automobili elettriche siano maggiori, ma anche compensate abbondantemente durante il ciclo di vita del mezzo. Infatti, le automobili elettriche si distinguono per l’assenza di emissioni in fase di circolazione: niente CO2, ma neanche monossido di carbonio né microparticelle inquinanti ed è per questo, dunque, che i veicoli che utilizzano un motore completamente elettrico non sono dotati di impianti di scarico.

Obiettivo neutralità

Ma dato che l’obiettivo è quello di raggiungere la neutralità delle emissioni e al momento si è ancora distanti da questo traguardo, sempre più case automobilistiche stanno concentrando i propri sforzi nel cercare di ridurre le emissioni provocate dal processo di produzione o, comunque, per compensarle in maniera più efficace. In alcuni casi, la strategia è quella di puntare forte sulle energie rinnovabili, come quella solare o eolica, per ridurre al minimo la dipendenza dai combustibili fossili. Non è, però, l’unica strada perseguita: un’altra soluzione è l’impiego in misura maggiore di materiali riciclati o riciclabili per alcune parti del veicolo, in particolare gli interni. In tal senso, spicca l’esempio del Liux Animal, un crossover elettrico che dovrebbe essere prodotto a partire dal 2024 e che è pensato per avere circa il 90% di materiali derivanti da riciclo o da origini vegetali. Altri produttori, invece, promettono di piantare alberi per compensare le emissioni che al momento appaiono inevitabili.

Come avviene la ricarica?

Le automobili elettriche sfruttano l’energia prodotta da una batteria che ha bisogno, chiaramente, dell’elettricità per poter funzionare. Alcuni dati recenti forniti da Green NCAP, un laboratorio di analisi che analizza il potenziale contaminante delle automobili in Europa, rivela che un’automobile elettrica con una batteria tra i 50 e i 60 kWh, in media, comporta emissioni per circa sette milioni di tonnellate durante il suo ciclo di vita. Il processo di ricarica, in particolare, può essere più o meno inquinante in base alla sorgente elettrica. Potenziare l’uso delle rinnovabili, e in particolare della solare, permette di ridurre in maniera molto significativa l’impatto ambientale del processo di ricarica: automobili con pannelli solari integrati, per esempio, possono contemporaneamente vantare maggiore autonomia e minore necessità di ricariche.

Tettoia Auto con Pannelli Solari

(Pexels.com)

Alla fine del ciclo

Il momento in cui si conclude il ciclo di vita di un veicolo è un’altra fase fondamentale per comprenderne l’impatto ambientale. Anche in questo caso, sono le batterie a pesare in maniera considerevole: l’obiettivo ambizioso è quello di dare una seconda vita prima che vengano effettivamente smaltite. Ci sono, infatti, dispositivi elettronici per i quali non è necessaria molta potenza e possono funzionare normalmente anche con batterie già utilizzate. Anche per questo motivo, l’attenzione nei confronti delle tecniche di riciclo delle batterie sta aumentando considerevolmente: il litio e il nichel, per esempio, possono essere riciclati per fabbricare nuove batterie.