residenze ecologiche
Architettura sostenibile

Residenze ecologiche ai Caraibi: Zaha Hadid colpisce ancora

Chi conosce e ama la sua architettura riconosce il suo tratto nella sinuosità delle forme. Strutture fluide e plasmate che le sono valse l’appellativo di ‘signora delle curve’. Sì, parliamo di Zaha Hadid che, scomparsa prematuramente e inaspettatamente lo scorso anno, ha lasciato in eredità la sua impronta al suo studio, ora diretto da Patrik Schumacher, che sta proseguendo in questa direzione. Ne è un esempio uno degli ultimi progetti presentati da Zaha Hadid Architecs, un complesso di residenze ecologiche immerso nella natura incontaminata della Riviera Maya, in Messico.

Si tratta di una delle lande di terra più suggestive al mondo, circondata dal mare e da boschi tropicali. Una rinomata località turistica, che sorge nella penisola dello Yucatán e si affaccia sul golfo del Messico e che nonostante il grande afflusso di visitatori, ha mantenuto la bellezza di un paesaggio incontaminato ricco di biodiversità.

Un complesso di residenze ecologiche a basso impatto ambientale

Costruire in queste aree è difficile perché il rischio di impattare sull’ambiente è molto alto e si dovrebbe sempre andare in punta di piedi dosando le impronte lasciate dall’uomo. E’ ciò che sicuramente ha cercato di fare lo studio Hadid con il progetto Alai, commissionato per far fronte a una domanda abitativa in forte crescita dettata da un raddoppiamento della popolazione dal 2000 ma con la richiesta di impattare il meno possibile sugli ecosistemi del sito.

La risposta è stata una serie di torri, sette, che occupano soltanto il 7% dell’area, lasciando inalterato il restante spazio dove prosperano vegetazione e fauna selvagge.

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L’architettura ultra moderna che incontra lo stile tradizionale dei Maya

Le residenze ecologiche saranno caratterizzate dai classici balconi curvilinei e da diverse aperture che, oltre ad offrire agli abitanti una vista aperta sul Mar dei Caraibi e sulla laguna Nichupté, favoriranno anche la ventilazione naturale. Le forme delle facciate saranno fluide, in perfetto stile Hadid, ma in questo caso gli architetti hanno scelto di ispirarsi anche alla muratura tradizionale e allo stile architettonico dei Maya, una civiltà indigena locale, famosa per aver realizzato spettacolari piramidi in pietra in varie parti della regione.

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Tra unicità progettuale e coesione

“La diversa struttura e il patterning delle facciate di ciascun edificio all’interno del complesso Alai- spiega lo studio- viene generata assemblando le unità dei balconi e gli elementi della facciata in sequenze diverse. Questo consente di mantenere un’unicità nel design di ciascuna facciata delle singole torri, creando al tempo stesso un linguaggio progettuale coeso.”

Recupero dell’habitat naturale e un centro botanico

Un altro obiettivo del progetto era quello di rigenerare un’area precedentemente utilizzata non rispettando a pieno l’ambiente. Per farlo, lo studio Zaha Hadid Architects sta collaborando con lo studio europeo di architettura paesaggistica Gross Max al fine di recuperare parte dell’habitat naturalistico. Verrà realizzato un vivaio botanico all’interno del quale cresceranno specie locali ed ecosistemi, che verrà aperto al pubblico e diventerà anche uno spazio per incontri e laboratori.

Sentieri sospesi sulla natura incontaminata

Ma è proprio all’interno delle residenze ecologiche che la natura verrà lasciata libera di prendersi il proprio spazio. Verranno creati dei sentieri sospesi che consentiranno ai residenti di accedere alla riserva naturale boschiva, alla costa e alla laguna senza danneggiare il suolo.

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Ciascuna delle sette torri sarà collegata da una piattaforma che si ergerà a nove metri dal terreno, consentendo alla fauna selvatica locale di crescere rigogliosa senza incappare in barriere. Lungo la piattaforma, che sarà puntellata da alcuni fori che consentiranno alla luce di filtrare e di nutrire la vegetazione sottostante, verranno create delle aree ricreative e dedicate al benessere e alle attività sportive.

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