Squalo goblin
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Squalo goblin: cos’è e come vive

Il mare nasconde nelle sue profondità esseri viventi dalle straordinarie caratteristiche capaci di intimorire e affascinare, come lo squalo goblin. Scopriamo cos’è, come vive e da dove nasce il suo strano nome.

Cos’è lo squalo goblin e le sue caratteristiche

Appartiene alla specie degli squali abissali, dato che predilige le profondità con fondali di 200 metri. La sua scoperta risale alla fine del 1800, quando uno di questi esemplari si impigliò in una rete di pescatori a largo del Giappone, lasciandoli particolarmente impressionati per la sua forma.

Tutti gli squali sono predatori eccezionali il cui aspetto incute un certo fascino e timore in coloro che li incontrano, ma nel caso dello squalo goblin, la sua tipica forma ha contribuito, nell’immaginario collettivo, ad accostarlo a un mito che diventa realtà. Infatti, fu definito squalo goblin o conosciuto anche come folletto, proprio per le sue fattezze che riportano alla mente alcune delle antiche storie orientali, con creature strane e dalle sembianze uniche e quasi mostruose.

Ma quali sono le caratteristiche dello squalo goblin? Le forme sono quelle della sua specie, con un corpo affusolato idrodinamico, una pinna dorsale, due pettorali e una caudale che permette di dargli massima agilità nei movimenti. Alla nascita è lungo circa un metro, con i maschi che possono raggiungere la media dei 3 metri e un massimo di 4 e nel caso delle femmine anche i 6 metri con un peso di circa 210 kg.

Quando fu avvistato per la prima volta, la colorazione della pelle suscitò una certa meraviglia nei pescatori, dato che presenta squame che si avvicinano al rosa con alcuni riflessi biancastri, con una consistenza meno rigida e più morbida per l’enorme pressione a cui sono sottoposte.

Ciò che lo rende riconoscibile rispetto alle altre specie di squali è il muso, con occhi molto piccoli, data la poco luminosità in cui vive e una lunga protuberanza che si estende di diversi centimetri.

Presenta tre file di denti posizionati su due mascelle, con una conformazione particolare, dato che le ossa formano un corpo unico: in questo modo ha la possibilità di allungarle per afferrare le prede.

Dove vive lo squalo goblin

Predilige i mari profondi, un fattore che ancora oggi porta a una serie di incertezze da parte degli studiosi su quale siano le zone in cui si riproduce o dove vive. Infatti, diverse specie di squalo goblin sono state trovate nel nord Atlantico, sulla costa del Portogallo e della Francia, oltre che nel Golfo di Guinea e in Sud Africa. Inoltre, è stata testimoniata la sua presenza anche in Nuova Zelanda, in Australia e in Giappone.

Negli ultimi anni alcuni biologi si sono imbattuti in alcuni squali goblin anche al largo delle coste della California.

Come vive lo squalo goblin

La tipica conformazione della protuberanza ossea dello squalo goblin ha una funzione specifica per la sua sopravvivenza, dato che viene utilizzata per catturare le prede. Al suo interno è presente un particolare organo di senso che permette di rilevare i cambiamenti dei campi elettrici dovuti alla presenza di eventuali prede, compensando la mancanza di luce a quelle profondità e la scarsa visibilità.

Le mascelle sono dotate di denti stretti e appuntiti che hanno la funzione di afferrare le prede, ma anche più larghi e smussati, utili per sminuzzarle. Per questo la sua principale fonte di cibo sono i pesci di dimensioni ridotte o gli invertebrati come i calamari, alcune tipologie di molluschi, i polipi e i gamberi.

Conoscere lo squalo goblin: alcune curiosità

Incontrare uno squalo goblin è qualcosa di raro, dato che non sale mai in superficie. Inoltre, predilige cacciare nelle ore notturne e nel primo mattino e non è tra le specie a rischio di estinzione, data la profondità in cui vive che lo mantiene a debita distanza dalle reti dei pescatori e dall’inquinamento.
L’aspetto dello squalo goblin può incutere timore, per la sua particolare conformazione fisica, ma la realtà è ben diversa, dato che si tratta di un animale non aggressivo: infatti non sono presenti testimonianze di attacchi di questa specie all’uomo, anche nel caso dei rari contatti fin ora avvenuti.