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Cambiamento climatico

Surriscaldamento globale, la Nasa conferma: è stato il febbraio più caldo mai registrato

Febbraio da record

Che il mese appena finito sia stato più caldo dei soliti febbraio ce ne siamo accorti un po’ tutti: come se non bastasse, è arrivata la conferma della Nasa, la quale ha ufficialmente affermato che questo febbraio ha portato con sé il più alto scostamento di temperatura mai registrato rispetto alla media mensile. Una differenza di 1,35 gradi centigradi rispetto alla media delle temperature di febbraio, così come sono state misurate dal 1951 al 1980. Insomma, se pensavamo che gennaio fosse stata una minacciosa eccezione, con i suoi 1,14 gradi sopra la media, dobbiamo ricrederci: il record della temperatura globale è stato battuto il mese seguente, per l’appunto, in questo mite e sinistro febbraio.

Cinque mesi di fila

Si parla di un record, per quanto negativo, ma la cosa non fa più notizia. No, perché a partire dall’ottobre del 2015 tutti i mesi hanno segnato temperature di almeno un grado sopra alla media (oltre a febbraio e gennaio, dicembre si è attestato su un più 1,11, novembre 1,02 e ottobre 1,06). Insomma, non c’è da stare allegri di fronte all’ennesima conferma del surriscaldamento climatico in atto. Si può provare a cercare delle scusanti, e infatti si è fatto: si può infatti puntare il dito contro El Nino, un fenomeno climatico periodico che ciclicamente riscalda l’Oceano Pacifico. Alla sua ultima tornata, infatti, El Nino ha avuto ripercussioni piuttosto forti sull’aumento della temperatura, ma non tali da giustificare i rialzi di gennaio e febbraio. Come ha dichiarato Stefan Rahmstorf del Potsdam Institute, commentando i dati rilasciati dalla Nasa, «siamo davanti ad una sorta di emergenza climatica assolutamente senza precedenti» e per questo «i governi devono fare meglio di quanto hanno promesso a Parigi», riferendosi ai discussi accordi della Conferenza sul Clima dello scorso dicembre.

Le conseguenze in Antartico

E questo rialzo inarrestabile delle temperature porta ovviamente con sé delle conseguenze sempre più gravi. Il National Snow and Ice Data Center degli Stati Uniti ha infatti reso noto che in febbraio il ghiaccio marino dell’Antartico misurava 14,22 milioni di chilometri quadrati, ovvero la superficie più ridotta mai registrata dai satelliti americani durante questo periodo dell’anno. Tutto questo avviene mentre i livelli anidride carbonica nell’atmosfera crescono con un ritmo sempre più forsennato, raggiungendo la temibile concentrazione di 402,5 parti per milione.