Svizzera è stata condannata per aver fatto poco contro la crisi climatica
Cambiamento climatico

Cedu: la Svizzera è stata condannata per aver fatto poco contro la crisi climatica

Quando si pensa ai Paesi che più degli altri hanno contribuito e stanno contribuendo ai cambiamenti climatici, la nostra mente va a Stati Uniti, Russia e Cina, nonché a Brasile e India, per via delle effettive quantità di gas serra emesse nei decenni. E ancora, uno studio pubblicato l’anno scorso su Scientific Data (condotto dagli scienziati del Tyndall Center for Climate Change Research presso l’Università dell’East Anglia (UEA) e del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) metteva dietro a quei 5 giganti altri Paesi come Indonesia, Germania, Regno Unito, Giappone. Questo per dire che, se davvero si fosse dovuto puntare il dito contro uno Stato responsabile della crisi climatica, difficilmente avremmo indicato la “piccola” Svizzera. Eppure è così: con una decisione storica, che costituirà un precedente pesantissimo, la Corte europea dei diritti umani (in sigla Cedu) ha condannato lo stato elvetico per aver fatto troppo poco per combattere e contenere la crisi climatica. Di fatto con questo verdetto epocale la Commissione ha stabilito che le politiche troppo deboli assunte dai governi per contrastare la crisi climatica vanno a violare i diritti umani fondamentali. Quindi sì, la Svizzera è stata condannata per aver violato i diritti umani per via dei cambiamenti climatici: vediamo come si è arrivati a questo punto.

Le altre azioni legali contro i governi per la crisi climatica

La Svizzera è stata condannata per non aver fatto abbastanza per contrastare il cambiamento climatico, ma non è certo questa l’unica azione legale mossa contro i governi per il medesimo motivo. Ad arrivare alla Cedu sono stati infatti tre casi differenti: quello svizzero per l’appunto, e altri due, entrambi respinti per vizi di forma. Un caso era stato portato avanti da un gruppo di ragazze e ragazzi portoghesi, che avevano denunciato tutti i Paesi europei, accusandoli di aver causato con l’inquinamento dei disastri ambientali tali da minacciare il diritto di vita e da discriminare i giovani; l’altro era stato mosso contro la Francia dall’europarlamentare francese Damien Careme, per via delle inondazioni che mettevano a rischio la cittadina costiera in cui era residente. Il caso del Portogallo è stato rigettato poiché i querelanti non possono chiamare in causa Paesi diversi da quello di provenienza, nonché perché fino a quel momento non avevano mosso nessun’azione legale contro il Portogallo; il caso francese invece è stato rigettato perché attualmente Careme, ovvero il querelante, non risulta più residente delle città francese oggetto della disputa.

La Svizzera è stata condannata per azione di 2.400 donne anziane

Diversamente dalla Francia, dal Portogallo e dagli altri Paesi europei, la Svizzera è stata condannata: a muovere l’accusa è stato un gruppo enorme di persone, o meglio, un gruppo molto numeroso di donne anziane. Le Klima Seniorinnen (le Anziane per il clima) sono infatti in tutto 2.400. Davanti alla Cedu, le querelanti hanno sostenuto di essere state danneggiate dal governo elvetico, responsabile di non avere fatto abbastanza per contrastare la crisi climatica. Tra i punti portati avanti dalle Klima Seniorinnen c’è stato per l’appunto quello legato alla maggiore probabilità di morire per via delle ondate di calore, via via più frequenti e più forti per via del climate change. Diversamente rispetto a quanto avvenuto con gli altri casi, i 17 giudici della Corte europea dei diritti umani hanno riconosciuto le colpe delle autorità elvetiche: per questo la Svizzera è stata condannata, tenendo conto anche del fatto che le politiche climatiche svizzere non sono state basate sui dati scientifici. Va sottolineato il fatto che i verdetti della Cedu non sono appellabili, e possono essere usati per costringere i governi a intraprendere delle azioni concrete contro il cambiamento climatico.