temperature nel 2050
Cambiamento climatico

Temperature nel 2050: Londra come Barcellona, Madrid come Marrakech

Eliminare l’inquinamento per fermare l’aumento delle temperature. E bloccare l’aumento delle temperature, mantenendosi entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale, per ridurre le siccità come le inondazioni, per fermare lo scioglimento dei ghiacciai, per stoppare l’aumento del livello dei mari, e vai dicendo. È senz’altro questa la sfida principale che l’umanità è chiamata a fronteggiare in questi anni. Quel che è certo è che il cambiamento è già iniziato, e che qualsiasi cosa facciamo non sarà possibile fermarlo immediatamente, né tornare indietro. Per fare un esempio, nel 2050 il clima di Londra sarà simile a quello attuale di Barcellona; a dirlo è uno studio sulle temperature nel 2050.

Le temperature nel 2050: come cambieranno le grandi città

Lo studio in questione, intitolato “Understanding climate change from a global analysis of city analogues” e pubblicato su Plos One va a predire le condizioni climatiche future di 520 grandi città a livello globale. Come sottolineato da uno degli autori dello studio, Jean-Francois Bastin, il fatto di comparare le temperature nel 2050 di una città a quelle attuali di un’altra città «potrebbe aiutare le persone a visualizzare l’impatto del cambiamento climatico nella loro stessa città, durante la loro vita». Lo studio afferma come anticipato che Londra, nel 2050 – per via di un aumento di temperatura pari a 2,1 gradi centigradi – avrà un clima simile a quello di Barcellona. Madrid, da parte sua, sarà più come Marrakech. Stoccolma avrà un clima simile a quello attuale di Budapest, il clima di Mosca sarà simile a quello di Sofia, quello di Seattle sarà come quello attuale di San Francisco, e via dicendo. Ma non si parla solamente dell’aumento delle temperature: Londra sì una città più calda, ma sarà anche un luogo esposto a più probabili siccità, come quella fronteggiata da Barcellona nel 2018. Ecco che allora nei prossimi decenni saranno sempre di più le città e quindi le persone a rischio siccità.

Cosa accadrà ai tropici

Le città del nord, quindi, saranno via via sempre più simili a quelle meno settentrionali. Ma cosa accadrà alle città posizionate ai tropici? Ecco, nel loro caso lo scenario futuro è più difficile da tratteggiare. Si sa che lì le temperature non si alzeranno moltissimo. Ci si aspetta però che le stagioni secche diventino ancora più secche, e che le stagioni di pioggia diventino ancora più piovose. Aumenteranno così le minacce delle siccità come quelle delle inondazioni, con danni sempre meno improbabili alle costruzioni e alle infrastrutture. Questo trend è del resto già realtà i diverse città dell’est, a partire da diversi centri indiani.
Da un certo punto di vista, per le città che si trovano alle nostre latitudini sarà più semplice affrontare il futuro, avendo già dei modelli ai quali fare riferimento: Madrid può guardare a Marrakech, Seattle a San Francisco, e vai dicendo. Per le città tropicali, invece, il futuro è per ora inconoscibile. Le città potrebbero divenire invivibili, con migrazioni di massa e altri sconvolgimenti.

Il climate apartheid

Sono ormai tantissimi gli studi che, in modo diretto o indiretto, dimostrano che il cambiamento climatico genera nuova povertà. Stando a uno studio delle Nazioni Unite, per esempio, si calcola che nel decennio tra il 2020 e il 2030 circa 120 milioni di persone scivoleranno nella povertà, proprio a causa dei cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo i loro paesi. Lo scenario che si sta creando è quello che diversi studiosi hanno iniziato a descrivere come “climate apartheid”, nel quale i ricchi possono permettersi di pagare per trasferirsi altrove, laddove invece i più poveri sono costretti a vivere in aree minacciate da temperature altissime, siccità, fame e conflitti.