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Energie

Trino Vercellese, l’unica auto-candidatura per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

C’è un nuovo aggiornamento, seppur non improvviso, nella questione relativa all’individuazione del sito in cui costruire il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Necessario, temuto, desiderato, allontanato. Come ben sa chi ha seguito con attenzione questo lungo e almeno un po’ frustrante iter, il decreto legge 181 del 9 dicembre – chiamato “decreto energia – aveva disposto 30 giorni di tempo per presentare le auto-candidature per la costruzione del deposito delle scorie nucleari, a  partire dal 13 dicembre. E la prima e unica auto-candidatura è arrivata all’ultimo minuto, dall’unico Comune che in effetti fino a quel momento aveva ipotizzato seriamente di farsi avanti: si parla di Trino Vercellese, un comune di 6.722 abitanti della Provincia di Vercelli, in Piemonte, a circa 17 chilometri da Torino. Ma perché Trino Vercellese ha deciso di candidarsi? E cosa succederà ora?

Brevissima sintesi sul deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

Facciamo un passo indietro, per capire come si è arrivati all’auto-candidatura di Trino Vercellese. Negli ultimi anni lo Stato Italiano, attraverso la Sogin, si è messo sulle tracce di un luogo idoneo per la costruzione del deposito nazionale delle scorie nucleari, che dovrà contenere in modo sicuro 78 mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità, nonché altri 17 mila ad alta intensità, questi ultimi in via temporanea. Si parla delle scorie delle ex centrali nucleari italiane, ma anche di rifiuti radioattivi provenienti dalla medicina nucleare, dalla ricerca e dall’industria. Dovrà essere una costruzione enorme, composta da 90 costruzioni in calcestruzzo armato, grandi celle che conterranno ulteriori moduli in cemento che, a loro volta, nasconderanno contenitori in metallo. Insomma, una grandiosa matrioska capace di conservare i rifiuti per 3 secoli.
L’intero Paese è stato scandagliato per individuare i siti idonei alla costruzione, tenendo conto di 28 criteri: rischio sismico, presenza di vulcani, pericolo di frane o di inondazioni, peculiarità del terreno, presenza di falde e via dicendo. Si è arrivati così alla lista di 67 siti idonei per il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, accorciata poi a 51. Peccato che nessuno di questi Comuni ha accettato l’incarico. Da qui la decisione del governo di valutare delle auto-candidature, come per l’appunto quella di Trino Vercellese.

Perché Trino Vercellese ha avanzato l’auto-candidatura

Di fronte alla levata di no raccolta dalla lista dei siti idonei, viene da domandarsi perché Trino Vercellese, non incluso nella lista (e quindi di fatto escluso dai luoghi ritenuti idonei) abbia scelto di avanzare la propria autocandidatura. In effetti qualche motivazione concreta esiste. Prima di tutto, come ha sottolineato il sindaco di Trino Vercellese Daniele Pane, per la presenza di scorie nucleari. Al termine del consiglio comunale in cui è stata lanciata in extremis la candidatura, Pane ha detto “Perché ci dobbiamo mettere a risolvere il problema degli altri? Perché noi il problema ce lo abbiamo”. Sì, perché Trino Vercellese ospita una delle ex centrali nucleari italiane, spenta dopo il referendum del 1987. Va poi detto che il deposito nazionale porta con sé dei benefit. Prima di tutto si potrebbe pensare al cantiere, valutato in circa 900 milioni di euro, 4 mila operai e 4 anni di lavoro; ma è bene non trascurare il parco tecnologico per la ricerca e lo studio su rifiuti nucleari che accompagnerà il deposito, nonché il previsto ristoro economico pari a un milione di euro. E, infine, non si può dimenticare il fatto che il sindaco Daniele Pane è iscritto a Fratelli d’Italia: l’auto-candidatura è stata indicata da alcuni anche come un favore fatto al governo, un tentativo di “togliere le castagne dal fuoco” per uscire dall’empasse.

Una cosa però è certa: l’auto-candidatura non si traduce automaticamente in una selezione. Anche perché, va ripetuto, il Comune di Trino Vercellese era stato escluso a priori. Per via di alcune falde affioranti, per la presenza di risaie, perché alcune faglie qui presenti potrebbero deformarsi in caso di sismi, e via dicendo. Si procederà quindi con una nuova verifica dell’area: il governo nel frattempo incrocia le dita in vista di altre eventuali auto-candidature fuori tempo massimo.