L'usignolo
Animali

Usignolo, il re degli uccelli canterini

L’usignolo è un piccolo uccello, famoso per il suo dolce canto che riempie le giornate primaverili. Si tratta di un animale molto diffuso in Europa e in parte dell’Asia. Durante l’accoppiamento, i maschi emettono suoni soavi, simili a veri e propri canti d’amore, per sedurre le femmine e per tracciare i confini del proprio territorio.

Come è fatto l’usignolo

L’usignolo comune, il cui nome scientifico è “Luscinia Megarhynchos” è un esemplare che appartiene alla specie passeriforme, precisamente alla famiglia dei “Musicapidi”. Da adulto questo piccolo uccello arriva a misurare poco meno di 20 cm e presenta un piumaggio con tonalità che vanno dal marrone chiaro sulle ali e il dorso fino al grigio più scuro verso il ventre. La coda, invece, sfuma verso un colore più tendente al rosso ruggine. I giovani, invece, presentano un piumaggio dal tono più rossiccio con le estremità più chiare. Maschi e femmine sono diversi, perché i primi presentano un piumaggio dai colori più vividi rispetto alle femmine. Tale differenza è legata soprattutto al fatto che i maschi devono corteggiare e, quindi, necessitano di farsi notare di più rispetto alle femmine. Il becco è appuntito e sfumato dal marrone scuro della mandibola superiore verso un colore più tenue su quella inferiore, mentre le zampe sono beige chiaro, simile al color carne. L’usignolo ama vivere in aree che hanno climi caldi e miti, preferendo i boschi e le zone in prossimità di corsi d’acqua, nei quali può costruire il suo nido utilizando rami, foglie e muschio. In Italia l’usignolo si vede di frequente soprattutto in primavera ed estate, mentre in inverno tende a migrare nelle aree più meridionali.

La dieta e l’accoppiamento dell’usignolo

L’usignolo si nutre di insetti, larve e vermi, mentre in autunno predilige i frutti spontanei. Si tratta di un uccello che ama vivere prevalentemente in solitaria e che ha un’indole monogama. Durante la fase della riproduzione, il maschio ammalia la femmina con le sue incantevoli doti canore. L’accoppiamento è un vero e proprio rituale di primavera, con la femmina che nel mese di maggio prepara il nido per accogliere i piccoli. Proprio in questo periodo è possibile assistere a delle vere e proprie “gare di canto” tra maschi.

Le femmine costruiscono il proprio nido da sole, utilizzando rami e fogliame raccolto in natura. Una volta pronto, arriva il momento di deporre le uova, solitamente nel periodo compreso tra maggio e giugno. In genere le femmine di usignolo possono deporre da 4 a 6 uova e la cova dura un paio di settimane. Appena nati, i piccoli vengono nutriti sia dal maschio che dalla femmina per circa 2 settimane. A quel punto gli usignoli lasceranno il nido diventando via via sempre più autonomi nelle 2 settimane successive.

L’usignolo ed il suo inconfondibile canto

Il canto è la caratteristica più famosa dell’usignolo, quella per cui questo tenero uccellino viene facilmente riconosciuto e udito. Il canto di usignolo viene ritenuto tra quelli più belli del mondo, oltre ad essere strutturato in modo piuttosto complesso. Il suo canto, infatti, è formato da diverse strofe composte a loro volta da toni singoli e doppi, allineati in modo armonioso. Il canto per l’usignolo è una vera e propria dote naturale, tanto che i pulcini maschi imparano a cantare da piccoli fino a raggiungere un repertorio composto da oltre 2000 canti diversi. La melodia è stata studiata molto dagli etologi in quanto questi piccoli uccellini stupiscono per la loro capacità di eseguire determinate melodie, riproducendole più volte anche in periodi di tempo distanti tra loro. In primavera gli usignoli maschi cantano soprattutto durante la notte. Un altro aspetto stupefacente è che le melodie conosciute dall’usignolo vengono tramandate da una generazione all’altra, coi maschi che insegnano le “canzoni” ai pulcini trasformando il canto di usignolo in un patrimonio inestimabile.

In passato il canto di questo simpatico uccellino era considerato un potente antidolorifico, tanto da venire usato come accompagnamento per i malati in convalescenza. Diversi poeti, inoltre, si sono lasciati ispirare dal soave suono emesso dagli usignoli componendo numerose opere in versi e in prosa.