Woven City
Mobilità

Woven City: iniziata la costruzione della città del futuro firmata Toyota

In quel luogo, ai piedi del Monte Fuji, sorgeva fino al dicembre 2020 una vecchia fabbrica di automobili. A partire da febbraio 2021 su quel terreno è iniziata la costruzione di Woven City, il prototipo di città del futuro pensato da Toyota. Si tratta di una città che la nota azienda giapponese utilizzerà prima di tutto per sperimentare e testare le nuove soluzioni per la mobilità sostenibile e autonoma, e in generale per verificare le proprie nuove tecnologie.

Il nome scelto per la cittadina del futuro, non è casuale. Il riferimento è anzi duplice. Letteralmente Woven City significa infatti “città intrecciata”, rifacendosi prima di tutto alle origini di Toyota, con il fondatore Sakichi Toyoda che fondò l’azienda per concentrarsi dapprima sulla produzione di telai.

Ma non è tutto qui: il concetto di ci intrecciamento torna anche nel modo in cui sono state progettate le strade che solcheranno la città.

Una città alimentata principalmente a idrogeno

Il terreno a disposizione per la costruzione della città del futuro è di circa 70 ettari. La maggior parte dell’energia che verrà utilizzata su questa ampia area verrà prodotta da una tecnologia molto cara a Toyota, ovvero dalle celle a combustibile a idrogeno. É stata la stessa Toyota, per esempio, a fornire al porto di Los Angeles una flotta di tir alimentati proprio a idrogeno.

Si tratta di una fonte energetica pulita, con l’idrogeno impiegato come combustibile, ma senza emissioni nocive. L’unico “scarto” è infatti costituito dal vapore acqueo. Dove non potrà arrivare l’idrogeno arriverà invece l’energia solare, con dei pannelli fotovoltaici installati sui tetti di tutti gli edifici della città prototipo, la quale ospiterà delle case costruite in legno, seguendo la tradizione nipponica.

A completare il quadro di una città completamente sostenibile, i veicoli che circoleranno a Woven City saranno elettrici, e per di più autonomi. Il mezzo che si muoverà per le strade della cittadina sarà soprattutto e-Palette, quello stesso mezzo elettrico a guida autonoma che è stato utilizzato durante le Olimpiadi di Tokyo per le corse a ciclo continuo verso il villaggio olimpico.

Le strade di Woven City

Lo sviluppo della città è stato affidato allo studio dell’architetto danese Bjarke Ingels, già firma tra le altre cose del 2 World Trade Center, nonché del nuovo quartiere generale di Google. Molta importanza viene riconosciuta all’apparato stradale, dove si effettueranno test su veicoli a guida autonoma e sulla robotica.

Come ha spiegato Toyota durante gli eventi di presentazione, a Woven City «ci saranno tre tipi di strade, intrecciate insieme, per formare una griglia organica dove poter effettuare i test sull’autonomia». Una corsia sarà dedicata esclusivamente ai mezzi veloci, la seconda ai pedoni, biciclette e scooter, la terza unicamente ai pedoni. Perché sì, questo aspetto va assolutamente sottolineato: a differenza di altri progetti simili messi a punto dalle case automobilistiche per testare le auto del futuro, Woven City sarà a tutti gli effetti una città vera.

Nelle abitazioni di legno vivranno infatti i dipendenti Toyota con le proprie famiglie, a formare una popolazione cittadina che si stima fino a 2.000 persone. E la robotica impiegata nel mondo dei trasporti sarà presente anche nelle abitazioni, con sensori per controllare la salute degli abitanti e per soddisfare al meglio i loro bisogni e le loro esigenze di comfort. Woven City, quindi, si presenta come un terreno di test e di innovazione a 360 gradi, un enorme e “vivo” laboratorio.


In occasione della cerimonia per la posa della prima pietra, a febbraio, il presidente di Toyota Akio Toyoda ha spiegato che «agire come si è deciso non è mai un compito facile. Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che fino ad oggi hanno collaborato e supportato il progetto. Insieme ai nostri partner, affronteremo la sfida di creare una società futura in cui tutti possano vivere felici».