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Zebre: come sono davvero le strisce?

Le zebre sono quadrupedi estremamente affascinanti, principalmente per il loro manto a strisce.

La domanda principale, a questo proposito, è su come siano davvero le strisce, ossia nere su sfondo bianco, oppure il contrario.
Sembra che la risposta non sia oggetto di interpretazione, perché gli zoologi, a seguito di studi e ricerche approfondite, hanno fornito una risposta al quesito.

Le strisce delle zebre: come sono

Secondo i più affermati zoologi, le strisce delle zebre sono bianche, disposte su sfondo nero.
Alcuni potrebbero rimanere sorpresi da una tale affermazione, perché a un primo impatto visivo, ad oggi, la parte bianca sembrerebbe prevalere su quella nera.
Gli studiosi, tuttavia, sostengono la tesi che, anticamente, le zebre fossero tutte nere o, in ogni caso, presentassero un manto dal colore scuro.
Le famose strisce bianche, quindi, sarebbero apparse in tempi successivi.
Come Madre Natura insegna, alla base di tale fenomeno vi sono ragioni legate alla sopravvivenza di questi animali, da sempre ritenuti affascinanti e unici nel loro genere.

Le trasformazioni nel manto delle zebre: perché sono avvenute

All’origine delle trasformazioni intervenute sul manto delle zebre, secondo le tesi sostenute da zoologi di rilevanza internazionale, vi sarebbero motivazioni legate alla sopravvivenza.
Il nero, infatti, attira in misura maggiore gli insetti, in particolare i tafani, i quali si nutrono del sangue degli animali e contribuiscono alla diffusione di malattie, anche mortali.
Di conseguenza, nel corso dei millenni, sulle zebre sarebbero intervenute mutazioni genetiche importanti, con la comparsa, in misura progressivamente più estesa, di strisce di colore bianco.
Secondo le ricerche portate avanti dagli studiosi, infatti, le zebre che, in epoche meno recenti, presentavano macchie di colore bianco, hanno avuto maggiori possibilità di sopravvivenza, rispetto a quelle con una pigmentazione prevalentemente scura.
Le zebre con zone del corpo più chiare avrebbero, quindi, sopportato meglio di altre il diffondersi di epidemie, causate principalmente dalla propagazione di patologie mortali per mezzo dei tafani, abbondanti negli habitat naturali africani.
Con riferimento a questi ultimi, è interessante notare che le zebre, per difendersi dai tafani, agitano incessantemente la coda, proprio per allontanarli ed evitare di essere punte dai loro morsi pericolosi.
Nel corso dei millenni, le zebre più forti, ossia quelle sopravvissute grazie alle caratteristiche del loro manto, nero con macchie e strisce bianche, si sarebbero accoppiate, dando così origine ai quadrupedi a strisce che tutti oggi conosciamo.

Lo sviluppo del bianco sul manto: perché a strisce

Considerando le tesi enunciate dai ricercatori, in merito alla pigmentazione bianca intervenuta sul manto scuro delle zebre, la domanda successiva riguarda il perché delle strisce.
Infatti, sorge il quesito riguardo a una tale disposizione sul pelo, che avrebbe anche potuto essere semplicemente maculata.
Lo studio di un team di scienziati americani ha evidenziato che il manto a strisce è strategico nell’allontanare la mosca tse-tse, altro insetto dal potenziale dannosissimo per i mammiferi che popolano i pendii e gli altipiani sudafricani e della Namibia.
La Glossina Morsitans, questo il nome scientifico della mosca tse-tse, succhia il sangue di mammiferi e uccelli, presenta una lunghezza compresa tra i 6 e i 13 mm ed è in grado di veicolare malattie infettive fatali, anche per gli esseri umani.
Con riferimento alla zebra, la disposizione a strisce del suo manto confonderebbe l’insetto, i cui occhi sfaccettati non sanno riconoscere la prospettiva.
Di conseguenza, la mosca tse-tse non saprebbe identificare con precisione una sagoma caratterizzata dalla pigmentazione a strisce; quindi, le zebre non sarebbero riconoscibili da parte di questi insetti, che non le ritengono degne di considerazione e passerebbero oltre, senza molestarle.
Una tesi scientifica, questa, articolata e ampiamente dimostrata, che affonda le proprie radici nella logica e nelle evidenze riportate dagli zoologi e studiosi appassionati della vita, dell’evoluzione e dell’habitat delle zebre, affascinanti e misteriose.