L'impianto in costruzione in val d'Isarco
Bioenergie

Il letame della Val di Isarco, da impiccio a opportunità energetica

La nascita di Biogas Wittpal

E del letame, che cosa ne facciamo? Si sono domandati proprio questo 63 allevatori altoatesini qualche anno fa. La situazione dell’allevamento nell’Alta Val d’Isarco nel 2008 era – ed è tuttora – questa: il turismo segnava un forte aumento, e i terreni agricoli venivano sempre più convertiti in insediamenti abitativi ed industriali, con la conseguente drastica riduzione delle aree destinate all’allevamento e all’agricoltura. Al contrario, però, negli ultimi decenni i prodotti caseari dell’Alto Adige hanno conosciuto una richiesta sempre maggiore. Da un lato, insomma, meno terreno per le mucche; dall’altro, un incremento del bestiame. Se a questo sommiamo il fatto che le direttive europee hanno limitato fortemente lo spandimento di letame nei campi, il risultato è prevedibile: un aumento esponenziale dei reflui zootecnici. La risposta degli ingegnosi allevatori dell’Alta Val di Isarco non si è però fatta attendere troppo, con la creazione della società Biogas Wittpal, attraverso la quale si sta costruendo una centrale per la digestione anaerobica di letame e liquame. Una volta entrata in attività, questa centrale produrrà non solo energia e riscaldamento, ma anche un ottimo concime naturale e inodore.

Un esempio di green economy innovativa

Un grosso problema è stato dunque trasformato in grande opportunità. Per dare risalto all’idea degli allevatori altoatesini, il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani ha deciso di vistare l’impianto in costruzione. Come ha dichiarato Ciafani in questa sede, «l’Europa ha già tracciato da tempo la strada per combattere i cambiamenti climatici e praticare l’economia circolare attraverso le rinnovabili e il riciclaggio» e proprio il progetto Biogas Wipptal «è un esempio concreto e innovativo di green economy che va in questa direzione».

Energia pulita a chilometri zero

Una volta operativo, l’impianto sarà in grado di trattare 220 tonnellate di reflui zootecnici ogni giorno, arrivando a produrre circa 1 Megawatt di potenza. In altri termini, la produzione giornaliera si dovrebbe attestare sui 22.500 kilowattora, più una identica quantità di energia termica che verrà utilizzata dallo stesso impianto per l’essiccamento del digestato, così da produrre del fertilizzante naturale, il quale, come accennato, sarà totalmente inodore, perfetto per le colture vinicole e per i frutteti. Con una tale produzione di energia, in un solo anno si potranno risparmiare 1.800 tonnellate di petrolio. E tutta questa energia, prodotta praticamente a chilometri zero, andrà ad alimentare quelle economie sane del settore caseario, frutticolo e vinicolo della Val di Isarco.