Cosa succede se nell’Artico piove e non nevica?
Sulla sommità dell’enorme calotta glaciale della Groenlandia nevica. É un fatto: a quella latitudine, a quell’altitudine, le temperature sono solitamente di gran lunga inferiori allo zero. Parliamo infatti di un luogo il cui picco raggiunge i 3.216 metri, un luogo da sempre completamente ghiacciato, che non conosce pioggia. O almeno, non la conosceva. Quest’estate, per la prima volta, la sommità di ghiaccio della Groenlandia è stata bagnata dalla pioggia, un fatto assolutamente unico quanto preoccupante. Questa è una nuova inquietante avvisaglia dei drammatici cambiamenti climatici in corso, e che ha reso estremamente attuale uno studio effettuato sulle probabili piogge che coinvolgeranno le regioni artiche nei prossimi decenni. Cosa succede se nell’Artico piove e non nevica? Cosa accade se le nevicate vengono via via sostituite da copiose piogge? Come sappiamo, infatti, gli sconvolgimenti che coinvolgono le aree polari hanno conseguenze importanti per l’intero pianeta, in un escalation che non può non turbare. Certo, per ora le piogge nella regione artica sono decisamente minori rispetto alle nevicate; degli studi recenti, però, dimostrano che questo equilibrio è destinato a cambiare nei prossimi decenni.
Nell’Artico piove e non nevica: lo studio
Analizzando gli ultimi modelli climatici si è scoperto che il temuto switch tra nevicate e piogge nell’Artico potrebbe avere luogo decenni prima di quanto ipotizzato in precedenza. Se le emissioni di gas serra non verranno tagliate drasticamente, infatti, l’Artico centrale conoscerà autunni dominati dalla pioggia entro il 2060 o entro il 2070, laddove invece fino a qualche tempo fa si pensava che questo fenomeno avrebbe potuto avere luogo non prima del 2090. Lo studio che dimostra questo nuovo scenario è stato pubblicato di recente sulla rivista Nature Communications, e sottolinea quanto le nevicate siano importanti per assicurare a ogni inverno il congelamento dei mari; meno neve e più pioggia determineranno inevitabilmente un maggiore assorbimento di calore, portando a mari aperti anche d’inverno, con un più rapido scioglimento dei ghiacciai, e dunque con l’innalzamento dei mari a minacciare le coste di tutto il pianeta. Ogni cambiamento ne genera altri: basti pensare al fatto che, con lo scioglimento della tundra a causa della pioggia, si avrà un progressivo rilascio del carbonio e del metano imprigionati in quei ghiacci, peggiorando ulteriormente la situazione. Non bisogna poi trascurare il fatto che l’aumentare delle piogge renderà decisamente difficoltosa la vita degli animali che abitano quei luoghi. Pensiamo alla pioggia, che cade su un manto nevoso per poi ghiacciarsi, creando così uno strato di ghiaccio praticamente impenetrabile: come faranno le renne e i caribù a quel punto ad arrivare all’erba che si trova sotto il manto nevoso?
Le conseguenze sull’intero pianeta delle piogge artiche
Se nell’Artico piove più che nevicare, il pianeta non può quindi che risentirne. Ciò che accade a quelle latitudini si ripercuote fino all’equatore, nella vita di tutti i giorni dell’intera umanità. Le piogge artiche portano allo scioglimento dei ghiacci, all’innalzamento dei livelli dei mari, al moltiplicarsi degli eventi atmosferici estremi, portando a cambiamenti relativi alle correnti che caratterizzano l’Europa, l’Asia e il Nord America. La strada per fermare questo fenomeno è sempre la stessa: contenere l’aumento delle temperature, facendo tutto il possibile per restare al di sotto dell’incremento di 1,5 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale. Il problema è che, come hanno sottolineato a più riprese diversi esperti, gli accordi della COP26 di Glasgow non sarebbero sufficienti per contenere il surriscaldamento entro quella soglia: uno studio ha per esempio dimostrato che, seguendo queste politiche, l’aumento delle temperature potrebbe arrivare a 2,4 gradi entro la fine del secolo, con conseguenze disastrose per l’Artico e per l’intero pianeta.
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