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Cambiamento climatico

Clima: fra due settimane si decide il futuro del pianeta

SOS clima: ultima chiamata

Dopo più di 20 anni di faticosa mediazione, finalmente, tra poche settimane, le Nazioni Unite dovrebbero giungere ad un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni. La tanto attesa Ventunesima Conferenza sul Clima dell’Onu avrà inizio a Parigi il 30 novembre, e i lavori si protrarranno fino all’11 dicembre. In questi undici giorni i leader mondiali sono chiamati a raggiungere un accordo concreto atto a limitare il cambiamento climatico, così da scongiurare una tragedia ambientale e climatica annunciata.

Meno di due gradi

La fiducia cresciuta intorno a questa conferenza è molta, anche se in realtà è ancora tutto da decidere. L’obiettivo numero uno è quello di contenere entro i 2 gradi l’aumento delle temperature, pena l’aumento di eventi catastrofici planetari e l’innalzamento incontrollato del livello dei mari. Ma se la meta di questa sessione è chiara, i metodi per raggiungerla sono molto discussi, e trovare un pensiero comune a tutte le 195 nazioni partecipanti non sarà facile. La paura che serpeggia tra gli addetti ai lavori è quella di un altro summit fallimentare, come quello di Copenaghen del 2009: in quell’occasione di fatto non venne deciso niente di concreto. Per evitare di sprecare un’altra preziosa opportunità, alla Conferenza di Parigi i capi di Stato e di governo saranno presenti fin dal primo giorno, per dare un impeto politico alla discussione; a Copenaghen, invece, i leader politici intervennero solamente alla fine dei negoziati, quando ormai il loro apporto era pressoché inutile, o solo di facciata.

Obiettivi minimi

Ma come si potrà, il 12 dicembre, alla fine dei negoziati, dire se il summit avrà avuto o meno successo? Come ha spiegato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, le condizioni necessarie affinché il summit venga giudicato positivamente sono principalmente tre: in primo luogo bisogna fissare entro i 2 gradi l’aumento delle temperature da qui alla fine del secolo; si deve poi arrivare ad un accordo giuridicamente vincolante sugli impegni presi; è necessario arrivare a raccogliere 100 miliardi di dollari tra i Paesi ricchi per aiutare i Paesi poveri a ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Grande attesa

Per oltre un mese gli occhi del mondo saranno puntati su Parigi e sul suo summit: il futuro e la salute del nostro pianeta dipendono in larga parte dalle decisioni che verranno prese durante questa cruciale conferenza. Dagli ambientalisti alle aziende che operano nel settore green ed energetico, dal mondo scientifico fino alla Chiesa Cattolica, tutti sperano in un accordo equo e in grado di cambiare veramente la situazione. Perché se le decisioni a livello internazionale tarderanno ancora a venire, il nostro futuro non può che riservarci lo scioglimento dei poli, il surriscaldamento del pianeta, la desertificazione, la crisi agricola, l’abbattimento della biodiversità e tante altre tragedie irreparabili.