Cost per wear
Vivi green

Cost per wear: cosa significa?

“Fast fashion” è ormai un termine molto conosciuto, non solo da chi lavora nel mondo della moda. L’unione di queste due parole indica, in estrema sintesi, il passaggio estremante rapido delle nuove tendenze dalle passerelle ai negozi, e specialmente ai negozi che propongono capi d’abbigliamento a prezzi particolarmente accessibili. Si parla quindi di grandi catene come Zara e H&M, che puntano a portare sul mercato di massa dei prodotti di design a prezzi bassi o relativamente bassi. Per riuscire a raggiungere questo obiettivo, però, si parla spesso di abiti confezionati con tessuti sintetici, o con lavorazioni di qualità ridotta. Non è quindi un caso se il fast fashion sia stato accusato da più parti per via dell’impatto ambientale che comporta, sia a livello di produzione che a livello di smaltimento degli abiti usati. Partendo da questi presupposti, risulta particolarmente importante e interessante capire cosa si intende con un altro termine sempre più diffuso, ovvero cost per wear.

La quantità di indumenti acquistati dagli europei

Prima di concentrarci sul significato del termine cost per wear vale la pena fare una piccola digressione su come il fast fashion ha cambiato i nostri comportamenti. Numeri alla mano, infatti, il consumo di capi di abbigliamento è diventato più alto e più veloce: a dimostralo è un report pubblicato dal Parlamento Europeo nel 2021. Qui si scopre che, a partire dal 1996, la quantità di indumenti acquistata in Unione Europea per persona è aumentata del 40%. Attualmente, in media in Europa si consumano quasi 26 chilogrammi di prodotti tessili a persona ogni anno. Come si spiega questo grande incremento? È semplice: rispetto al passato, indossiamo gli stessi prodotti per il 50% circa in meno.

Cost per wear, il significato

Come si è visto, quindi, rispetto al passato compriamo di più e indossiamo di meno, con armadi pieni di vestiti usati poco o persino nulla. Ecco allora che i rifiuti tessili si moltiplicano, il che è un vero e proprio problema, poiché – si stima – a livello mondiale viene riciclato meno dell’1% degli abiti usati. Si capisce dunque che è compito di tutti prestare maggiore attenzione al momento dell’acquisto, tendendo in considerazione non solo il prezzo del capo esposto, ma anche il cost per wear. Il suo significato è abbastanza immediato: si tratta infatti della somma del costo di acquisto di un capo d’abbigliamento con il costo della sua manutenzione, divisa per il numero di volte che indosseremo quel capo. Ovviamente il costo della manutenzione cambia soprattutto in base al tipo di lavaggio che si effettuerà regolarmente per quel capo, se in lavanderia, se a mano, se insieme al resto del bucato e via dicendo.

Ipotizziamo quindi di acquistare un paio di pantaloni in jeans a 150 euro, e ipotizziamo di indossarli complessivamente per 100 volte all’anno, per un totale di 3 anni. Potremmo ipotizzare anche di spendere 20 euro tra lavaggi ed eventuali riparazioni (per esempio un bottone). Avremo quindi un cpw pari a170 euro da dividere per 300, ovvero un cost per wear finale di circa 56 centesimi di euro.

E se invece avessimo acquistato un paio di pantaloni di scarsa qualità, magari a 25 euro? Ebbene, c’è la possibilità concreta che quegli stessi pantaloni non durino per più di un anno e che, non essendo particolarmente comodi o belli, vengano indossati solamente 40 volte. Ipotizzando solamente 5 euro per i lavaggi, andremo quindi a dividere 30 euro totali per 40 utilizzi, per arrivare a un cpw di 75 centesimi di euro.

Ecco quindi che, sia per avere un armadio con capi di abbigliamento di qualità, che potremo indossare a lungo con soddisfazione, sia per limitare il nostro impatto ambientale, conviene prendere sempre in considerazione anche il cost per wear prima di effettuare un acquisto. Non ci sono dubbi: i materiali di qualità e resistenti costano, ma potranno essere usati più a lungo, trasformando così l’acquisto in un vero affare. Va peraltro detto che le aziende con processi produttivi etici e sostenibili sono proprio quelle che, tendenzialmente, portano sul mercato capi d’abbigliamento destinati a durare di più!