estrazione dell'idrogeno naturale
Energie

L’estrazione dell’idrogeno naturale dal terreno

Una buona parte della comunità scientifica è convinta che l’idrogeno dovrà diventare per forza uno degli elementi fondamentale della transizione energetica necessaria per superare la crisi climatica. Il motivo è semplice: sulla carta l’idrogeno è il combustibile perfetto, che permette quindi di lasciarsi alle spalle combustibili fossili come gas e benzina per rimpiazzarli con qualcosa che “brucia” senza produrre inquinamento. Come è noto, infatti, l’unico scarto prodotto della combustione di questa sostanza è il vapore acqueo. Ecco allora che l’idrogeno può essere usato per alimentare automobili e per tantissimi altri impieghi. Per questo può essere un’ottima notizia quella pubblicata di recente su Science: un’indagine ha infatti ipotizzato una nuova via per assicurarsi questa sostanza, ovvero l’estrazione dell’idrogeno naturale dal terreno.

Come si produce l’idrogeno

Per capire quanto possa essere importante la possibilità di avvalersi dell’estrazione dell’idrogeno naturale dal terreno, è bene ripassare velocemente quali sono le modalità effettive di produzione dell’idrogeno. Attualmente la quasi totalità dell’idrogeno prodotto a livello mondiale è tutt’altro che sostenibile: si tratta infatti di idrogeno prodotto a partire dall’uso di combustibili fossili, che vanifica in partenza l’uso di questo sostanza dal punto di vista ambientale. Solo una percentuale bassissima è costituita dal cosiddetto idrogeno green, verde, ottenuto per elettrolisi per mezzo di energie rinnovabili, senza emissioni nocive. Abbiamo per esempio visto pochi giorni fa come in Svizzeria si stia mettendo a punto una tecnologia per produrre idrogeno dall’aria: in tutti i casi, per ora, i metodi ambientalmente sostenibili per produrre l’idrogeno sono costosissimi, rendendo quindi questa strada difficilmente percorribile. Ecco spiegato perché l’ipotesi di poter estrarre dal terreno dell’idrogeno già “pronto” per essere usato è assolutamente affascinante.

L’estrazione dell’idrogeno naturale dal terreno: perché ci si pensa solo ora

Ma per quale motivo, in un mondo funestato dai cambiamenti climatici causati principalmente dall’uso di combustibili fossili, non si è pensato prima all’estrazione dell’idrogeno naturale dal terreno? Perché questi giacimenti non sono stati scoperti e sfruttati prima? Semplice: fino a non molto tempo fa, si era convinti che le scorte sotterranee di idrogeno naturale fossero rarissime, tanto da non ipotizzare nemmeno un loro sfruttamento. Questa ignoranza è spiegata dalla natura delle prospezioni per il petrolio e per il gas, che vengono cercati in terreni adatti alla formazione di combustibili fossili, ma non a quella di idrogeno. Vale quindi la pena sottolineare anche che solo da pochi anni si è iniziato a capire come e perché si forma dell’idrogeno nel sottosuolo

Come si forma l’idrogeno naturale sotto terra

L’ipotesi di poter sfruttare l’estrazione dell’idrogeno naturale dal sottosuolo è iniziata a formarsi nel 2012, quando in Mali è stato scoperto un giacimento di questa sostanza pura al 98%. Si tratta di un giacimento enorme, con un estensione di oltre 8 chilometri. E potrebbe essere solo uno dei tanti. In che modo gli scienziati spiegano la formazione dell’idrogeno naturale? La teoria che va per la maggiore afferma che la sua produzione venga innescata dal contatto tra l’acqua e dei peculiari minerali, particolarmente ricchi di ferro, come per esempio l’olivina. In questi casi si avrebbe un processo geologico che trasforma quest’ultimo minerale in serpentina, attraverso una reazione che da una parte sequestra l’ossigeno presente, e dall’altra rilascia l’idrogeno nell’acqua. Ecco allora che questo gas viene liberato, per poi disperdersi nell’atmosfera o – in caso della presenza di sedimenti adatti – formare dei giacimenti sotterranei.

Le prospettive sull’uso dell’idrogeno naturale

Queste scoperte aprono scenari particolarmente allettanti. Uno studio della U.S. Geological Survey ha per esempio affermato che c’è un ottimo 98% di possibilità che con l’idrogeno naturale presente nei giacimenti sotterranei il nostro paneta possa coprire almeno il 50% dei propri fabbisogni energetici entro il secolo venturo. Una combinazione di energie rinnovabili come eolico, fotovoltaico, geotermico e idrogeno naturale potrebbe quindi permetterci di azzerrare in modo definitivo l’impatto ambientale.