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Cambiamento climatico

Il 64% dell’Europa è in condizioni di stress idrico

Il Met Office, il servizio meteorologico del Regno Unito, ha diramato giovedì scorso l’allerta “Ambra”. Non è certo stata una sorpresa, viste le settimane di temperature record che hanno colpito il paese. Mai prima di quest’estate si era pensato che lì, in Gran Bretagna, si potessero raggiungere e persino superare i 40 gradi. Eppure così è stato, con luglio che ha portato il mercurio fino ai 40,3 gradi centigradi, battendo ogni primato. L’allerta è arrivata in vista di una nuova ondata di calore, pronta a colpire il sud dell’Inghilterra ma anche il Galles, la Scozia e l’Irlanda del Nord. Ai cittadini UK viene quindi chiesto di ridurre al minimo consumi e sprechi, visto lo stress idrico cui è esposto il paese. Molte società britanniche di fornitura idrica hanno peraltro già imposto dei divieti circa l’uso dell’acqua per annaffiare i giardini, per lavare le automobili o per riempire delle piscine. Ma l’ondata di siccità non sta mettendo in difficoltà solamente il Regno Unito: la maggior parte dell’Europa sta infatti affrontando serie condizioni di stress idrico.

Oltre il 60% del territorio europeo affronta lo stress idrico

Uno studio effettuato dallEuropean drought observatory, un osservatorio del Centro comune di ricerca della Commissione europea, dimostra quanto sia attualmente grave la situazione climatica in Europa. A conti fatti, il 64% del territorio del continente – isole oltre la Manica comprese – è attualmente in siccità. Lo stress idrico sta mettendo in difficoltà tanti paesi, a partire da Regno Unito, per arrivare a Italia, Spagna, Francia, Germania, Romania e Ungheria. Più nello specifico, secondo l’osservatorio europeo, il 47% del territorio versa in condizioni definite come critiche, laddove un 17% è in una situazione persino peggiore, in condizioni estremamente critiche. E in effetti la mappa elaborata dai ricercatori è piuttosto chiara: il continente, così come la Gran Bretagna, è prevalentemente colorato di arancione e di rosso, a indicare livelli seri di stress idrico.

Condizioni difficili in Gran Bretagna e in Francia

Come detto, la situazione è grave in Gran Bretagna, con l’Inghilterra che ha conosciuto in questo 2022 il suo luglio più secco di sempre, o perlomeno il più secco da quando esistono delle registrazioni, ovvero dal 1836. In quei 31 giorni di luglio, nel Regno Unito sono caduti unicamente 46,3 millimetri di pioggia, un livello di parecchio lontano alle medie stagionali. Non stupisce quindi l’allerta diramata dal Met Office, né destano stupore i divieti delle società idriche. Le previsioni annunciano piogge scarse sulle isole britanniche fino a ottobre, ed è quindi probabile che l’emergenza siccità continui anche nelle prossime settimane. Anche la Francia sta vivendo un periodo di stress idrico: anche qui si è registrato il luglio più secco a partire dal 1959 (anno di inizio delle registrazioni), con le precipitazioni inferiori dell’85% rispetto alla media degli ultimi trent’anni.

La siccità in Italia

E non servono certo degli studi per ricordarci che anche in Italia si sta vivendo un periodo di siccità e di ondate di calore. Proprio l’incremento delle temperature, nelle sole prime due settimane di luglio, avrebbe comportato un aumento delle mortalità pari al 21%, portando a 733 decessi nelle 33 città monitorate: ad affermarlo è il Ministero della Salute. La situazione sta migliorando, con piogge all’orizzonte e periodo umidi tra settembre e ottobre. Ciononostante, come affermato da diversi esperti, saranno necessari anni affinché il bilancio idrologico possa riequilibrarsi. I mesi di siccità hanno infatti comportato gravi deficit a livello delle riserve d’acqua sotterranee nell’Italia centrale e settentrionale. In vista di altre estati calde e caratterizzate da condizioni di stress idrico è necessario costruire strutture per la raccolta dell’acqua piovana: a spiegarlo sono stati , hanno già dichiarato quelli dell’Anbi (l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), che insieme a Coldiretti hanno già proposto la realizzazione di 10.000 laghetti artificiali.