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Cambiamento climatico

Finanza per il clima: 2 dollari su 3 finiscono altrove

Entro il 2050 l’Africa avrà bisogno di circa 50 miliardi di dollari all’anno per il solo adattamento al cambiamento climatico. A stimarlo è stata qualche mese fa One Campaign, un movimento globale non-profit che si batte per avere maggiori fondi per la salute nei Paesi poveri, migliori leggi e una più efficace cooperazione globale. Lo stesso gruppo di advocacy, in collaborazione con Italian Climate Network, aveva lanciato la scorsa primavera una richiesta ai leader di tutto il mondo, chiedendo cioè di destinare entro il 2030 il 2% dei Pil nazionali alla lotta contro il cambiamento climatico e la povertà estrema. Questo perché i tempi per dare un impulso forte di fronte alla minaccia del climate change si stanno stringendo sempre di più, e quanto fatto finora è tutto fuorché sufficiente. E anche perché, come dimostrato in un recente rapporto di One Campaign, buona parte dei fondi della finanza per il clima stanziati negli ultimi anni non è mai stata sborsata, o è finita altrove, in progetti che nulla avevano a che fare con il contrasto ai cambiamenti climatici o con una maggiore sostenibilità.

Il disastro della finanza per il clima degli ultimi anni

Come è noto la finanza per il clima è e sarà al centro della Cop28 di Dubai, che sta avendo luogo proprio in questi giorni. Tra i punti chiave di questo fondamentale vertice internazionale sul clima ci sono infatti i fondi Loss and Damage, l’impostazione dei nuovi obiettivi da inseguire dopo il 2025 e via dicendo. E se certo la speranza generale è che in questa Cop28 si decida di mobilitare fondi decisamente più importanti per il contrasto dei cambiamenti climatici, è fondamentale ancora prima analizzare come sono stati gestiti i fondi per il clima stanziati fino a oggi. Ecco che allora One Campaign è andata ad esaminare la finanza per il clima in un periodo bene preciso, tra il 2013 e il 2021, prendendo in considerazione i dati ufficiali risultanti dalle elaborazioni dell’OCSE e della Convenzione Quadro dell’ONU sul Cambiamento Climatico (UNFCCC). Qui si scopre purtroppo che circa 2 terzi dei fondi stanziati in questo periodo sono di fatto svaniti nel nulla, senza apportare quindi nessun beneficio nel contrasto ai cambiamenti climatici.

Dove finiscono i fondi per il clima

Tra il 2013 e il 2021, stando a quanto dichiarato, il totale della finanza per il clima sarebbe dovuto essere di 343 miliardi di dollari. Il problema è che una buona parte di questi fondi, per quanto promessi, semplicemente non sono stati esborsati. A farne le spese è stata in particolar modo l’Africa: la Nigeria per esempio avrebbe ricevuto il 75% circa in meno di quanto originalmente pattuito, così dà vedersi mancare 4,5 miliardi di dollari; un discorso simile può essere fatto anche nel caso del Kenya, mentre il Senegal ha ricevuto 2,8 miliardi in meno rispetto a quanto promesso.

Ma non si parla unicamente di fondi promessi e non stanziati. La finanza per il clima è macchiata anche da importanti risorse che sono sì state stanziate, ma in progetti che in realtà non hanno nulla a che fare con la lotta ai cambiamenti climatici. Basti pensare al fatto che alcuni fondi sono stati perfino utilizzati per costruire una centrale a carbone, quanto di più lontano possa esistere da un investimento sostenibile.

Il problema di fondo è purtroppo molto semplice:  i Paesi Sviluppati si sono impegnati a inviare 100 miliardi di dollari l’anno per alimentare la finanza per il clima, ma non esistono né regole che definiscono cosa possa essere effettivamente considerato come finanziamento per il clima, né controlli.