Energie

Il più grande giacimento di terre rare europeo, in Norvegia

150 chilometri a Sud-Est di Oslo, in pieno Telemark. Una regione della Norvegia che è famosa per le tante leggende popolari, per essere la terra d’origine dell’omonima tecnica sciistica, per la drammatica missione di sabotaggio a Rjukan durane la Seconda guerra mondiale, per aver dato i natali al celebre drammaturgo Henrik Ibsen, nonché per gli stupendi paesaggi naturali tipicamente scandinavi. Da qualche giorno, però, in tutta Europa si parla di Telemark per un altro motivo: qui, e più precisamente a Nome, nel giacimento di Fensfeltet, è stato individuato il più grande giacimento di terre rare europeo. Ecco che allora le speranze del continente di potersi “staccare” dalla dipendenza cinese nel campo di queste materie prime indispensabili per la transizione energetica trovano un nuovo e più concreto sfogo: prima del giacimento di Fensfeltet tutta l’attenzione era infatti stata assorbita da un altro giacimento scandinavo, svedese. E certo, l’annuncio di Stoccolma di aver trovato un importante riserva di terre rare nella mineraria statale Lkba era stata accolta con grande favore, anche perché la Svezia, a differenza della cugina Norvegia, fa parte dell’Unione Europea. Il giacimento di terre rare nel Telemark promette però quantità di gran lunga superiori: vediamo quali sono le informazioni disponibili al momento.

Il grande giacimento di terre rare in Norvegia: perché è importante

L’annuncio dell’individuazione di un giacimento di terre rare in Svezia, fatto all’inizio del 2023, era stato accolto molto positivamente dall’Europa: lo scenario attuale vede infatti al Cina controllare più dell’80% di queste indispensabili materie prime, rendendo buona parte del resto del mondo dipendente da Pechino. Oggi, per dire, in Europa non si produce nemmeno mezzo grammo di terre rare. E se il giacimento svedese annunciava una svolta, quello norvegese di Fensfeltet si annuncia ancora più grande.

Le stime sul giacimento di Fensfeltet

Dopo tre anni di esplorazioni condotte sul territorio norvegese, Rare Earth Norway ha puntato il dito in direzione di Fensfeltet: le stime parlano di 8,8 milioni di tonnellate di ossidi di terre rare. Una mole che, per quanto solamente stimata, è di almeno 4 volte più grande rispetto a quella stimata nel giacimento svedese Kiruna. E non è tutto qui, poiché a rendere la scoperta norvegese particolarmente interessante c’è anche il fatto che delle terre rare individuate molte sono molto pregiate. Si parla per esempio di milioni di tonnellate di ossidi di praseodimio e di neodimio, entrambi usati per la costruzione di supermagneti impiegati nel campo delle auto elettriche e delle turbine eoliche.

Il prossimo passo

Per ora il giacimento di terre rare norvegese è fermo allo step di valutazione. E di esami nei prossimi anni ne verranno fatti tanti: la volontà di Ren è quella di avviare la prima fase di sviluppo entro il 2030, investendo nell’impianto circa 870 milioni di euro. Il progetto è decisamente ambizioso, prevenendo di creare una filiera di produzione completa; non ci si limiterebbe quindi all’estrazione delle terre rare, puntando a produrre direttamente anche i magneti. Secondo le stime iniziali, un’impresa di questo tipo potrebbe arrivare a soddisfare il 10% del fabbisogno dell’Unione Europea. Va sottolineato a questo punto che la Norvegia, pur non facendo parte dell’UE, rientra nello Spazio economico europeo, e risulta già oggi un importantissimo fornitore per diverse risorse. Vale inoltre la pena mettere in evidenza che la volontà di Ren è quella di creare una filiera non solo completa, ma anche a basso impatto ambientale: un obiettivo che dovrebbe essere ovvio, ma che in realtà non lo è affatto, conoscendo le tante ricadute negative sul piano ambientale – oltre che sociale e geopolitico – che l’estrazione di queste materieà può portare con sé.