Inquinamento da plastica, costo 10 volte superiore per i Paesi a basso reddito
Riciclo plastica

Inquinamento da plastica, costo 10 volte superiore per i Paesi a basso reddito


Tra il 13 e il 19 novembre in Kenya avrà luogo il terzo incontro negoziale (INC-3) per un Trattato globale sull’inquinamento da plastica, proseguendo un percorso iniziato nel marzo del 2022 a livello delle Nazioni Unite per porre fine a questa devastante forma di inquinamento. Due riunioni del comitato di negoziazione sono già avvenute in Uruguay (INC-1) e in Francia (INC-2); dopo l’appuntamento in Kenya seguiranno altri incontri in Canada e in Corea del Sud. Alla vigilia di INC-3 in Africa il Wwf ha lanciato un nuovo rapporto intitolato “Who Pays for Plastic Pollution?” ovvero “Chi paga per l’inquinamento da plastica?”. Qui viene dimostrato che il costo complessivo della plastica a livello di ambiente, di salute e di economia risulta fino a 10 volte superiore per i Paesi a basso reddito. E questo peraltro avviene nel momento in cui questi stessi Paesi consumano moli di plastica quasi tre volte inferiori rispetto a quanto fatto dai Paesi ad alto reddito. Ma da cosa è data questa differenza di costo dell’inquinamento da plastica?

Il costo totale di un chilogrammo di plastica

I ricercatori hanno stimato che il costo totale di un chilogrammo di plastica, nei Paesi ad alto reddito, è di circa 19 dollari. Nei Paesi a basso reddito, invece, questo costo arriva a circa 150 dollari. Confrontando i Paesi più poveri con quelli più ricchi, la differenza sale ulteriormente, arrivando per l’appunto a cifre 10 volte superiori. Ecco che allora il rapporto del Wwf rappresenta una nuova fondamentale spinta verso una revisione totale dell’attuale sistema di produzione, di utilizzo e di gestione della plastica, sapendo che continuando a questo passo si metterebbero a rischio non solo specie animali e vegetali, ma anche intere comunità umane.

Perché il costo dell’inquinamento da plastica è maggiore per i Paesi a basso reddito

La grande sproporzione esistente per quanto riguarda il costo della plastica tra Paesi a basso reddito e Paesi ad alto reddito è dovuta a tre disuguaglianze strutturali individuate dal Wwf. Si parla prima di tutto di un problema legato al ruolo marginale dei Paesi a basso reddito, i quali hanno un’influenza estremamente ridotta sulle scelte delle aziende di usare la plastica, e su come i prodotti di plastica vengono prodotti e progettati; ciononostante, il mondo si aspetta che questi stessi Paesi siano in grado di gestire il riciclo di questo materiale. Stando ai dati in possesso del Wwf, solamente il 9% dei rifiuti in plastica viene effettivamente riciclato, e questo avviene in uno scenario in cui il 60% della produzione globale di plastica è diretto verso la produzione di beni in plastica usa e getta.

La seconda discriminante è data dal fatto che il tasso di produzione di plastica, e in special modo proprio quello di prodotti monouso, sta aumentando sempre di più, lasciandosi alle spalle la soglia definita dalle effettive capacità tecniche e finanziarie dei Paesi a basso e a medio reddito in termini di gestione di rifiuti. La terza diseguaglianza è rappresentata poi dal sistema stesso, il quale non prevede che le aziende produttrici e i Paesi produttori di plastica risultino responsabili per le loro azioni: non esiste infatti nessuna regola che obbliga i produttori a coprire parte dei costi dell’inquinamento da plastica nei vari Paesi in cui i prodotti vengono distribuiti.


Per tutti questi motivi il Wwf chiede ai governi di stipulare un trattato che preveda il divieto, l’eliminazione o la graduale eliminazione dei prodotti di plastica ad alto rischio e non necessari: ora non resta che attendere i progressi dell’incontro in programma in Kenya.