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Inquinamento

Legambiente: ecco le città italiane più inquinate del 2015

Polveri sottili vi teniamo d’occhio

A pochi giorni dalla fine del 2015 Legambiente inizia a tirare le somme sull’inquinamento urbano italiano nell’arco di questi dodici mesi. I risultati della campagna di monitoraggio ‘PM10 ti tengo d’occhio‘, già nelle anticipazioni dell’associazione ambientalista, sono preoccupanti. Quella disegnata da Legambiente infatti è una mappa dell’aria irrespirabile italiana, dove sono moltissime le città italiane più inquinate, quelle cioè che hanno superato per decine di giorni i livelli consentiti di Pm10. Se infatti la legge stabilisce che in nessun caso la concentrazione di polveri sottili deve essere superiore ai 50 microgrammi per più di 35 giorni in un solo anno, alcune città italiane hanno superato, doppiato e persino irriso questo limite.

Città italiane più inquinate: maglia nera a Frosinone

Milano boccheggia con bene 86 giorni oltre il limite, Torino annaspa con 73 giorni, Napoli ansima con 59 giorni, Roma con 49, Bologna con 35. Peggio di tutte fa però Frosinone, con ben 101 giorni oltre i limiti, un record nazionale che genera tutto tranne che invidia. La città ciociara, con il suo carico di industrie e di traffico, prepara delle contromisure concrete per l’inizio del nuovo anno, anche se il sindaco Nicola Ottaviani cerca una giustificazione nell’orografia del territorio: «abbiamo un problema orografico, le polveri sottili ristagnano nella parte bassa del capoluogo e non vanno via». I dati pubblicati da Legambiente non sono ancora quelli conclusivi, ma lo scenario qui disegnato non potrà variare di molto. D’altro canto, già in gennaio si era capito che l’andamento sarebbe stato esattamente questo, con città come Frosinone e Parma che in soli trenta giorni avevano già sforato il limite una ventina di volte.

La centralina peggiore

Frosinone ha quindi fatto peggio di città ben più popolose e trafficate, guidando indisturbata la classifica dei capoluoghi di provincia redatta da Legambiente. Va però precisato che per questo dossier sono stati presi in esame i dati delle centraline peggiori tra quelle presenti in ogni città. Come spiega Legambiente, «è stato scelto questo criterio per il confronto tra le città perché le Regioni scelgono modalità diverse nella comunicazione dei dati e nel conteggio dei superamenti». La centralina peggiore, dunque, pur non essendo indicativa della qualità media dell’aria di tutto un centro urbano, ne riporta la situazione più critica, della quale sia gli amministratori che i cittadini devono essere tenuti al corrente.