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È italiano il primo magnete per la fusione nucleare

Nasce a La Spezia il primo magnete per la fusione nucleare, che farà parte, insieme ad altri 17 magneti non ancora realizzati, del più grande reattore sperimentale del mondo, Iter. L’obiettivo di Iter, reattore che sarà assemblato nella Francia del Sud, sarà dimostrare la possibilità di produrre energia dalla fusione nucleare, concretizzando il sogno di avere energia pulita sempre disponibile. Metà dei magneti sarà prodotta in Italia, il  resto in Giappone.

Iter, International Thermonuclear Experimental Reactor, è un progetto internazionale su larga scala, nato per accompagnare la ricerca circa la possibilità di produrre energia pulita su grande scala, attraverso la fusione nucleare. Hanno aderito al progetto, oltre all’Unione Europea e al Giappone, anche gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, l’India e la Corea del Sud.

Fusione nucleare: cos’è e perché è così importante nel futuro delle energie rinnovabili

Esistono due tipi di reazioni nucleari in grado di produrre energia: la fissione, che avviene quando un nucleo atomico più pesante si separa in due più leggeri, e la fusione, che sprigiona energia quando due nuclei più leggeri si uniscono a creare un nucleo più pesante.

Nell’Universo, la fusione nucleare è alla base del funzionamento delle stelle; sulla Terra, è stata finora utilizzata purtroppo solo a scopi bellici, per produrre bombe termonucleari. Oggi invece è in fase di studio la possibilità di utilizzare le fusioni nucleari controllate, per produrre energia elettrica su vasta scala, cosa che già avviene con i reattori a fissione.

Per realizzare la fusione, è necessario tenere vicini i due nuclei, vincendo la loro repulsione elettrostatica, cosa abbastanza difficile da realizzare, oltre che molto dispendiosa. Questo è il motivo per cui, nonostante i numerosi studi, non si sia ancora riusciti a realizzare un reattore a fusione vero e proprio. I vantaggi sarebbero notevoli, poiché l’energia prodotta, a differenza di quella dei reattori a fissione, non produrrebbe scorie e sarebbe quindi pulita.

I reattori infatti non inquinano e utilizzano come combustibile l’idrogeno, una fonte energetica inesauribile.

ASG Superconductors: L’Italia al servizio del progresso green

Il magnete, realizzato negli stabilimenti di Asg Superconductors a La Spezia è piuttosto grande: alto 14 metri e largo 9, ha il peso di un aereo Boeing 747 (110 tonnellate) e la forma di una D maiuscola.

Per realizzarlo, gli stabilimenti di La Spezia, che un tempo producevano lavatrici, sono stati riconvertiti, e sono stati necessari 7 anni di lavoro. La Asg Superconductors è nata del nel 2001, con la privatizzazione dell’Ansaldo e l’acquisto, da parte dei suoi nuovi proprietari, della divisione magneti. Da allora, ha realizzato i motori per i più grandi laboratori di fisica del mondo, per dedicarsi poi alla produzione del magnete per la fusione nucleare, che presto sarà spedito in Francia per la fase di assemblaggio del reattore.

Il magnete non è l’unico contributo che l’Italia ha fornito al progetto, che è stato infatti supportato sia in termini di tecnologia, che in termini economici, con un ritorno finora già in attivo.

Si calcola che l’Italia abbia contribuito per il 12%-13% ai 6,6 miliardi di euro stanziati finora dall’Unione Europea e che abbia recuperato un miliardo in commesse, che ad ora riguardano il 55% del budget tecnologico previsto.

Questa la dichiarazione di Aldo Pizzuto, direttore del dipartimento Fusione nucleare dell’Enea, ente che ha svolto il ruolo di facilitatore nel progetto.

Oltre che con i magneti spezzini, l’Italia partecipa al progetto anche grazie al lavoro sulla produzione dell’energia necessaria ad avviare il reattore, con gli studi che sono in fase di realizzazione a Padova. Sempre in Italia è poi in fase di lavorazione un “Iter in miniatura” che servirà a studiare in via sperimentale la fattibilità del progetto di fusione nucleare, oltre che a rendere la produzione dell’energia nucleare del futuro, sempre più economica.

Sperimentazione del progetto Iter, il lancio previsto nel 2025

Il reattore Iter sarà sperimentato per la prima volta nel 2025. Una prima data di sperimentazione era stata in realtà fissata al 2017 ma, in corso d’opera, il progetto è risultato più complesso del previsto e ha richiesto uno slittamento del lancio.

Il reattore sarà nero e costituito da 7 piastre d’acciaio in cui saranno presenti 700 metri di cavo superconduttore.

Il compito che sarà affidato a Iter è particolarmente ambizioso poiché, una volta attivato, dovrà riscaldare il plasma combustibile, fatto di due isotopi di idrogeno, a 150 milioni di gradi.  A questa temperatura, gli atomi si fonderanno, liberando una quantità di energia talmente elevata da far fondere qualsiasi materiale che possa entrarvi in contatto.

Ecco il motivo per cui le pareti del reattore Iter devono necessariamente costituire un campo magnetico.

I magneti del reattore allora creeranno una gabbia magnetica che catturerà il combustibile di fusione. Alimentati a 68 000 A, infatti, i magneti di Iter genereranno un campo magnetico di 11,8 Testa, molto più potente di quello della Terra.

Dopo essere giunto sulla Luna, quindi, oggi l’uomo mira a realizzare un progetto energetico talmente ambizioso che potrebbe far “impallidire” il Sole. Come se raggiungere la Luna non sia stato già abbastanza.