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Mobilità

Oslo: un nuovo modo di guardare alla barca a motore, economica e sostenibile

La barca? Roba da ricchi. Così la pensano tantissime persone. E non del tutto a torto. La barca, si sa, costa. Non si deve infatti pensare unicamente al costo d’acquisto di una barca, che può essere alto o persino altissimo nel caso di battelli nuovi e lussuosi, o più accettabile nel caso di barche di seconda o di terza mano. Oltre all’acquisto della barca è necessario pensare anche a tutti i costi di manutenzione: pensiamo quindi al rimessaggio invernale, all’antivegetativa, al costo dell’ormeggio, ai tagliandi del motore, e via dicendo.

Risparmiano un po’ tutte quelle persone che, avendo a che fare con un natante di dimensioni ridotte, possono caricarlo di volta in volta sul proprio carrello auto, senza dover quindi pagare un ormeggio in acqua settimana dopo settimana, mese dopo mese. In quel caso subentrano però le necessità di avere un carrello, di avere un’automobile sufficientemente potente per affrontare gli scivoli per l’alaggio e per il varo (l’alternativa è pagare di volta in volta la messa in acqua con gru), nonché infine di avere lo spazio per tenere la propria barca tra un’uscita e l’altra. Quindi sì, per quanto si possano ridimensionare le proprie esigenze, la barca costa.

Non solo costi: l’inquinamento della barca a motore

Di certo ci sono lupi di mare che, a sentir parlare dell’inquinamento della barca, storcono il naso. Ci sono infatti diportisti capaci che fanno della sostenibilità il proprio credo, e che dunque pilotano non una barca a motore, bensì una barca a vela, utilizzando il motore fuoribordo o entrobordo il meno possibile. Ma non ci sono dubbi: la maggior parte delle barche che solcano le nostre acque sono a motore, essendo più pratiche, più confortevoli.

Guardando alle unità iscritte agli Uffici Marittimi si scopre infatti che il 75,1% delle barche sono esclusivamente a motore. Ecco allora che si hanno a che fare con delle emissioni nocive più o meno alte, tanto più che c’è ancora tanta strada da fare per rendere popolari i motori elettrici nautici: solo chi si accontenta di potenze estremamente basse, infatti, può trovare sul mercato delle alternative green realmente soddisfacenti ed economicamente sfidanti.

Quando si parla dell’inquinamento della nautica da diporto, peraltro, non bisogna pensare solamente alle emissioni dei motori. É bene pensare anche alle vernici antivegetative utilizzate per mantenere “liscia” la carena, nonché a tutte quelle disattenzioni che possono rendere l’uso della barca molto inquinante, dalla caduta disattenta in acqua di olio o carburante fino alla brutta abitudine di lavare barca e motore lasciando che tutto finisca in mare.

Non si vuole certo demonizzare la nautica da diporto: è bene però sapere che anche quest’attività, soprattutto se affrontata nel modo sbagliato, è più o meno inquinante. Ma non deve essere per forza così. C’è infatti chi ha pensato a una nautica da diporto altrettanto soddisfacente e divertente, ma al tempo stesso economica e sostenibile.

Oslo: le navi a motore elettrico a noleggio di Kruser AS

Passeggiando lungo il famoso lungomare di Oslo, Aker Brygge, si incontra un piccolo molo evidentemente nuovo, arricchito da alcune colonnine per la ricarica elettrica. Qui i possessori di barche a batteria possono fare il pieno. Ma non è tutto qui: il molo è anche il fulcro di un nuovo interessante progetto, che a quanto pare piace parecchio agli abitanti della capitale scandinava.

Qui è infatti possibile noleggiare le barche elettriche di Kruser As, che mette a disposizione una flotta di motoscafi elettrici di varie dimensioni – dai 2,5 metri agli 8 metri. Non si tratta però del solito servizio di noleggio barche. Qui infatti è possibile diventare “socio”, pagando una tariffa annuale per poter avere accesso regolarmente, in base alle proprie esigenze, a una barca, sempre perfettamente manutenuta, sempre pronta per prendere il largo e per navigare lungo i fiordi. Si pensi per esempio all’abbonamento Comfort con l’opzione “feriale”: con 23mila corone all’anno (circa 2.200 euro) è possibile usare liberamente uno scafo Kruser As ogni giorno feriale, senza nessun altro costo di manutenzione, di ormeggio, di assicurazione o via dicendo. Questo, in una città in cui lo stipendio medio netto è di 31mila corone al mese (circa 3.100 euro) è senz’altro un’opzione da prendere in considerazione.

Il tutto senza emissioni nocive del motore, senza ormeggi occupati da centinaia di barche per soddisfare l’esigenza di tutti, e con la sicurezza di poter contare su una manutenzione rispettosa dell’ambiente (persino le vernici antivegetative utilizzate, in questo caso, sono sostenibili). Che questo progetto possa essere un buon esempio anche per le nostre coste?