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Benessere green

Proprietà curative e utilizzi del rafano

Anche detta barbaforte

Oggi scopriamo il rafano, pianta anche nota con il nome di barbaforte, utilizzata sia per il forte sapore piccante che per le sue caratteristiche terapeutiche. Il rafano è una pianta perenne che sopporta climi piuttosto rigidi, appartenente alla famiglia delle Brasicaceae (ovvero la stessa famiglia dei cavoli, dei broccoli, dei ravanelli e della senape). La pianta solitamente si sviluppa in altezza intorno ai 50 – 70 centimetri e presenta dei piccoli fiorellini bianchi. Le foglie del rafano, quando sono ancora giovani, possono essere tagliate finemente e mescolate insieme alla normale insalata. Ma la parte più pregiata ed utilizzata del rafano è sicuramente la sua lunga radice, ingrediente tipico di svariate tradizioni culinarie in Europa e in Asia.

Come si usa

Di per sé la radice fresca e intatta del rafano è insapore. Una volta tagliuzzata e grattugiata, però, essa rilascia degli enzimi, i quali trasformano la sinigrina in isoticionatao di allile, sostanza dal forte gusto piccante e leggermente irritante per gli occhi. Insomma, quando grattugiamo il rafano, facciamo finta di avere a che fare con una cipolla, e teniamo il volto ben lontano: una lacrimuccia ci scapperà certamente. Una volta ridotta a scaglie, la radice del rafano va utilizzata immediatamente o immersa nell’aceto, in quanto l’esposizione all’aria ne pregiudica seriamente il sapore e l’aspetto.

Il rafano nella cucina italiana

Ma cosa si può preparare con la radice del rafano? Il piatto forte è sicuramente la salsa cren (o kren), condimento popolare in Germania e nel Nord Italia: è sufficiente unire il rafano grattugiato con del pane grattugiato, un po’ di olio, aceto di vino bianco e un po’ di sale. Il risultato è una salsa estremamente saporita e gustosa che viene utilizzata per accompagnare piatti di carne o di pesce affumicato. Nemmeno il sud Italia, però, si è lasciato sfuggire del tutto il rafano: la sua radice fresca viene infatti utilizzata in Basilicata per la preparazione della rafanata materana, una rustica frittata tipica del periodo carnevalesco.

Proprietà terapeutiche

Il rafano è ricco di sali minerali quali zolfo, potassio, sodio, silicio, cloro, calcio e ferro. Oltre a ciò, nella radice la concentrazione di vitamina C è talmente alta da portare il mondo scientifico a studiare le proprietà antibatteriche e antibiotiche del rafano. La saggezza popolare consiglia di assumere il rafano per aiutare il processo digestivo, grazie alla produzione di bile ad esso associato. Il rafano può vantare inoltre proprietà antinfiammatorie e analgesiche, le quali ne fanno un buon alleato soprattutto nel caso di infiammazioni a carico delle vie urinarie e respiratorie.