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Animali

La difficile situazione dei rinoceronti, in Africa e in Asia

Subito dopo gli elefanti, i rinoceronti sono i mammiferi terrestri più grandi al mondo. Estremamente massicci e possenti – i più grandi possono raggiungere anche le 3 tonnellate e mezzo di peso – sono a rischio estinzione in varie parti del mondo. La minaccia che incombe su questi affascinanti animali è nota: si parla infatti del bracconaggio, finanziato dal commercio a livello internazionale del grande corno che distingue questi animali. Ma non è tutto qui: nel corso dei decenni anche la frammentazione dell’habitat dei rinoceronti ha ridotto in modo concreto la popolazione. Facciamo quindi un riassunto delle situazione attuale dei rinoceronti, delle diverse specie e del numero totale di animali ancora presenti nel mondo.


Le 5 specie di rinoceronti

Partiamo con il dire che esistono 5 diverse specie di rinoceronti: 2 sono africane, 3 sono asiatiche. La specie più popolosa è quella del rinoceronte bianco, il più grande, che conta – stando ai dati del WWF – circa 18mila esemplari in stato selvatico complessivi al mondo, dei quali il 93% si trova in Sud Africa. Altra specie africana di rinoceronte è quella degli esemplari neri, che a differenza dei cugini bianchi – che sono dediti al pascolo dell’erba – brucano rami e foglie. Più piccolo e più aggressivo, può contare a oggi su una popolazione di circa 5.600 esemplari.

Per le altre 3 specie ci dobbiamo spostare in Asia. Il rinoceronte indiano è presente in 3.500 esemplari, e vive tra India e Nepal. E poi ci sono le 2 specie terribilmente a rischio estinzione. Si parla del rinoceronte di Sumatra, il più piccolo fra tutti, di cui restano solamente 80 esemplari; e del rinoceronte di Giava, che conta solamente 65 esemplari selvatici.

Il bracconaggio di rinoceronti in Sudafrica

Tra gli effetti collaterali della pandemia di Covid-19 c’è stato anche purtroppo l’aumento del bracconaggio in diversi stati africani. Questo sarebbe la conseguenza diretta del ridursi del turismo internazionale, che avrebbe dato quindi maggiore spazio di movimento ai bracconieri, i quali hanno potuto così agire indisturbati o quasi anche nei parchi nazionali più grandi e più conosciuti. Sono quindi aumentati anche i rinoceronti uccisi per produrre oggetti ornamentali con il loro corno. Si parla per esempio del manico del tradizionale pugnale dello Yemen, di soprammobili, nonché della polvere di corno, usata nella medicina tradizionale nei paesi orientali.

È notizia di questi giorni – a partire da dati provenienti dal Ministero dell’Ambiente del Sudafrica – che nel 2022 sono aumentati ulteriormente i casi di rinoceronti uccisi dai bracconieri. Nel primo semestre di questo anno sono infatti stati uccisi in totale 259 rinoceronti, 10 in più rispetto al 2021.

Il ritorno in Mozambico

In Africa ci sono però anche delle buone notizie per questi possenti mammiferi. A inizio luglio in Mozambico è infatti partito un progetto di reintroduzione del rinoceronte bianco, con la liberazione di 19 esemplari. Si tratta di un evento importante, partendo dal fatto che lì, nello Zinave National Park, i rinoceronti erano stati dichiarati estinti già quarant’anni fa. L’obiettivo del progetto è quello di reintrodurre complessivamente 40 esemplari nel giro dei prossimi 2 anni, aggiungendo anche qualche rinoceronte nero, per il quale come si è visto il rischio di estinzione è decisamente più accentuato. Gli esemplari sono stati trasportati in Mozambico dal Sudafrica, per un viaggio di oltre 1.600 chilometri: ora questi rinoceronti possono insediarsi in un parco nazionale di oltre 400mila ettari, che conta in totale oltre 2.300 animali reintrodotti a partire dalla sua fondazione. All’interno del parco si possono trovare tutti i cosiddetti “big five”, ovvero leone, leopardo, bufalo, elefante e rinoceronte.