terremoti e cambiamenti climatici
Cambiamento climatico

Il risveglio dei giganti: la connessione fra terremoti e cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici esistono solo in atmosfera? Ci siamo mai chiesti se ad esempio esiste una relazione tra terremoti e cambiamenti climatici? Oppure poiché è nell’atmosfera che si accumula la CO2 gli effetti sono circoscritti in quella zona terrestre? In molti sono convinti che gli effetti dei cambiamenti climatici siano limitati all’atmosfera, ma si sbagliano. Gli effetti dei cambiamenti climatici possono avere ripercussioni sull’intero sistema terra. L’aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è in grado di condizionare tutte le sfere di cui è composto il nostro pianeta:  atmosfera, idrosfera (e criosfera), biosfera e litosfera. Gli scienziati considerano da tempo la Terra come un unico grande ecosistema e sanno perfettamente che ogni piccola variazione in una delle sfere principali finisce per influenzare anche le altre. È per questo che esiste una connessione ben precisa fra terremoti e cambiamenti climatici, una interazione importante, conosciuta e studiata dagli scienziati rientrante nella disciplina scientifica denominata “Scienze della terra”. Una materia che cerca di studiare e capire il funzionamento del nostro pianeta considerandolo un unico insieme.

Terremoti e cambiamenti climatici, qual è il nesso?

Le quattro sfere principali sono in perfetto equilibrio tra loro, la modifica di una delle sfere è in grado di influenzare le altre. Sappiamo ad esempio che se aumentiamo la concentrazione di carbonio in atmosfera, aumenta la temperatura. L’aumento di temperatura influisce lo biosfera, modifica le zone di vegetazione ed è in grado di alterare i raccolti. Secondo un recente studio l’aumento di temperatura influisce sui processi fisiologici delle piante, riduce la capacità fotosintetica e di conseguenza la capacità di assorbire CO2.

Inoltre l’aumento delle temperature, favorisce lo scioglimento dei ghiacci e dei ghiacciai, diminuendo lo strato di ghiaccio noto con il nome di criosfera. Lo scioglimento dei ghiacci a sua volta influenza l’idrosfera favorendo non solo l’innalzamento dei livelli dei mari, ma modificando i modelli metereologici delle piogge, causando siccità oppure inondazioni. E la litosfera? Cosa lega l’aumento del carbonio in atmosfera con terremoti e cambiamenti climatici?

siccità

Greenland ice sheet, un foglio di ghiaccio di 2,8 milioni di km cubici

Durante l’ultima era glaciale, quando la terra è stata trasformata da una palla di ghiaccio a qualcosa di molto simile ad oggi (climaticamente parlando), lo scioglimento della spessore di ghiaccio che copriva la zona scandinava ha causato una serie devastanti di terremoti. Tutti fenomeni riconducibili ad un effetto molto semplice chiamato “rimbalzo isostatico” o “isostasia”. Quando la crosta terrestre è schiacciata da uno spessore di ghiaccio è spinta violentemente verso il basso, fino ad arrivare anche sotto il livello del mare; nel momento in cui il ghiaccio sovrastante si scioglie la crosta, alleggerita, ritorna su. Questo processo, che può durare anche migliaia di anni, comporta uno sprigionamento enorme di energia in grado di generare violenti terremoti. È come se saltasse un tappo da una bottiglia di champagne; tutta l’energia rimasta imprigionata per migliaia di anni, esplode in tutta la sua violenza.

Questo fenomeno, che colpì la zona scandinava tra 20mila e 10mila anni fa, ha causato una serie di terremoti di magnitudo 8 (e più) della scala Richter che hanno provocato tsunami con onde alte 30 metri e frane sottomarine che hanno avuto ripercussioni in tutta la zona nord atlantica. Come se non bastasse lo scioglimento dei ghiacci ha aumentato di trenta, quaranta volte l’attività vulcanica, con tempeste sino ad allora mai viste. Una sequenza devastante che ha pesantemente rimodellato la geografia di tutta la zona.

eruzione vulcanica

Immaginate ora cosa potrebbe accadere se lo strato di ghiaccio che copre attualmente la Groenlandia dovesse sciogliersi. Gli effetti potrebbero essere altrettanto devastanti considerando anche il numero di vulcani dormienti presenti sotto Vatnajökull, la più grande calotta di ghiaccio islandese. Grazie alla recente eruzione del vulcano Eyjafjallajökull (nel 2010) siamo perfettamente consapevoli dei disagi che un vulcano islandese può causare al resto del mondo.

Cosa ci aspetta in futuro? La preoccupazione degli scienziati

Adesso è più chiaro cosa lega terremoti e cambiamenti climatici, un fenomeno che inizia principalmente in atmosfera ma, come abbiamo visto, impatta negativamente su biosfera, idrosfera e litosfera, le componenti dell’ecosistema terrestre. Un equilibrio fragile che desta non poche preoccupazioni tra gli scienziati di tutto il mondo sia per il numero di vulcani potenzialmente coinvolti e sia per la velocità con cui si stanno sciogliendo i ghiacci. È molto probabile che se queste condizioni non vengano in qualche modo rese reversibili, presto potranno verificarsi attività vulcaniche importanti.