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Animali

Specie aliene invasive: più danni dei disastri naturali

Senza dubbio è stato uno dei protagonisti negativi dell’estate 2023. Eppure il granchio blu si muove nei nostri mari già da una quindicina d’anni, facendo dapprima la sua comparsa nelle acque che bagnano la Basilicata. Da allora questo granchio dalle chele blu si è però portato verso nord, spingendosi da una parte fino alla Toscana, e dall’altra fino al Veneto. A scatenare il mondo dell’informazione intorno al tema del granchi blu è stata infine la decisione del governo – inserita nel decreto legge Omnibus – di mettere a disposizione 2,9 milioni di euro per la cattura dei granchi blu, per contenere la diffusione di questa specie, puntando persino a cancellare del tutto la sua presenza. Non ci sono dubbi: questa è una delle specie aliene invasive più pericolose del Mediterraneo, arrivata fino a qui dall’Atlantico si pensa casualmente – si parla di granchi finiti nelle acque di zavorra delle navi cargo e inconsapevolmente trasportati fin qui. Ma va detto anche che questa è solo una delle tantissime specie aliene invasive che stanno facendo danni pressoché ovunque nel mondo, come ricordato pochi giorni fa in un rapporto realizzato da 86 esperti e dedicato per l’appunto alla valutazione delle specie aliene invasive a livello globale.

Il rapporto sulle specie aliene invasive a livello globale.

Il rapporto è frutto del lavoro di 4 anni da parte di studiosi provenienti da ben 49 Stati, ed è stato commissionato dall’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes) delle Nazioni Unite. Sono tante le informazioni preziose e anche sorprendenti contenute nello studio. Si pensi per esempio che sono state conteggiate in tutto 37 mila specie aliene introdotte dagli essere umani in ambienti diversi da quelli originali. Il 37% di queste introduzioni è avvenuto nell’ultimo mezzo secolo, anche grazie alla globalizzazione e ai collegamenti sempre più frequenti dalle diverse parti del globo. Nella maggior parte dei casi si parla di specie innocue, che non portano alcun danno reale; ci sono però circa 3.500 specie aliene che si sono rivelate dannose e quindi invasive, e che hanno causato grandissimi danni, all’ambiente, alla salute, alla qualità di vita e via dicendo. Facendo le somme, le specie aliene invasive provocano dei danni con costi annuali superiori ai 423 miliardi di dollari, facendo da questo punto di vista peggio dei disastri naturali.

Il ruolo nelle estinzioni, nella sicurezza alimentare e nella salute

Il granchio blu è solo l’esempio più eclatante e più vicino. Ma ci sono anche i gamberi di fiume americani che fanno danni in Spagna, così come la lumaca spagnola che fa altrettanto in Svezia. E ancora, c’è un altro granchio – questa volta “reale rosso” – che dopo essere stato introdotto dall’URSS negli anni Sessanta nel Mare di Bents ha creato scompiglio nei mari norvegesi. Si dovrebbero poi citare tantissime altre specie, come lo scoiattolo grigio, la nutria, il calabrone asiatico, la zanzara tigre e via dicendo. I danni diretti e indiretti provocati possono essere i più diversi. Nel rapporto si spiega per esempio che le specie aliene invasive, negli eventi di estinzione presi in considerazione, sono fattori importanti nel 60% dei casi, e sono le uniche responsabili nel 16% dei casi. In tutto si sono contati 1.200 casi di estinzione, riconducibili alla presenza di 218 specie aliene invasive.

8 volte su 10, la presenza di queste specie porta a dei danni anche per l’uomo, danneggiando le attività economiche o la sicurezza alimentare. Non vanno poi dimenticati i potenziali danni per la salute, come quelli rappresentati da animali come la zanzara tigre, che possono farsi portatrici di malattie, a partire dal virus Zika.