Nel 2022 1.000 miliardi di $ di sussidi ai combustibili fossili
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Nel 2022 1.000 miliardi di $ di sussidi ai combustibili fossili

Non ci sono incertezze oppure dubbi: per combattere i cambiamenti climatici, e dunque per ridurre le emissioni di gas serra in modo da limitare l’aumento delle temperature medie globali a 1,5 gradi, è necessario dire addio ai combustibili fossili. Per questo motivo si è deciso di vietare la vendita di veicoli a benzina e a diesel nel 2035, per questo motivo ci sono incentivi per l’uso delle rinnovabili, per questo motivo ci sono i vari bonus per il risparmio energetico, e così via. Tardi, in maniera scomposta, lenta e non omogenea, il mondo si sta muovendo verso la transizione energetica. Come mai in questa situazione quindi esistono ancora i sussidi ai combustibili fossili? E come mai negli ultimi anni questi sono andati aumentando?

Cosa sono i sussidi ai combustibili fossili

Cerchiamo di capire prima di tutto cosa sono i sussidi ai combustibili fossili: si tratta di sovvenzioni dei governi che vanno, in un modo o nell’altro, a sostenere l’industria del petrolio, del carbone e del gas naturale. É però possibile dividere il mondo dei sussidi ai combustibili fossili in due grandi gruppi: ci sono i sussidi al consumo e quelli alla produzione. Nel primo caso i governi mettono a disposizione dei fondi per ridurre il prezzo dei combustibili fossili per il consumatore; nel secondo caso il sussidio viene indirizzato al sostegno finanziario diretto dei produttori di combustibili.

I dati relativi al 2022 dell’Agenzia internazionale dell’Energia

Stando ai dati dell’IEA, ovvero dell’Agenzia internazionale dell’Energia, nel 2022 i governi nel loro complesso hanno stanziato mille miliardi di dollari – ovvero un trilione di dollari – in sussidi ai combustibili fossili. Una cifra enorme, soprattutto se si pensa la fatto che nel 2021 si era parlato di circa la metà, ovvero di 532 miliardi di dollari. Cifra che peraltro era in aumento del 20% rispetto a quella relativa all’anno precedente, il 2020. E certo, i sussidi ai combustibili fossili sono aumentati per via della crisi energetica, la quale ha portato all’incremento incontrollato e devastante dei prezzi del gas e del petrolio; ma di certo non possono essere trascurate le politiche messe in atto dai paesi che esportano combustibili a livello internazionale. Basti pensare al fatto che la Russia l’anno scorso ha speso 78 miliardi di dollari per assicurare benzina e gas ai cittadini russi a prezzi scontati; lo stesso hanno fatto Iran e Cina, rispettivamente con spese di 59 e 52 miliardi di dollari.

L’IEA nei suoi calcoli tiene in considerazione sia gli incentivi usati direttamente dai consumatori finali, sia quelli utilizzati per produrre energia elettrica; ecco che allora è utile sapere che del trilione di dollari di sussidi ai combustibili fossili globali, 399 miliardi sono stati usati per l’energia elettrica, 346 miliardi per il gas naturale, 343 per il petrolio, e 9 per il carbone. E tutto questo accade per l’appunto nel momento in cui l’accordo a livello internazionale direbbe esattamente il contrario, ovvero di investire nelle energie rinnovabili (non a caso alla COP26 di Glasgow ci si era impegnati per eliminare gradualmente ogni sostegno ai combustibili fossili). Va inoltre sottolineato il fatto che questi sussidi finiscono per distorcere il mercato, scoraggiando l’adozione stessa delle rinnovabili: il costo reale dei combustibili fossili risulta infatti nascosto.

Le misure contro i rincari

E se i sussidi ai combustibili fossili sono tipici dei paesi emergenti, va ricordato che anche diversi paesi europei hanno aumentato i sussidi ai combustibili fossili negli ultimi anni: si parla ovviamente delle misure contro i rincari. Questi sussidi non rientrano però nel trilione calcolato da IEA, in quanto i prezzi al consumatore, nonostante questi “sconti”, sono rimasti molto superiori ai valori di mercato. Anche qui, però, enormi moli di risorse sono state tolte dai bilanci per sostenere l’uso dei combistibili e per calmierare le bollette: per i paesi UE si parlerebbe di crica 350 miliardi di dollari.