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Cibi in scatola: comodi e veloci, ma… ecco quali evitare

Non solo comodi e veloci

Quanto sono comodi i cibi in scatola? Il tonno, i fagioli, le minestre pronte, la passate di pomodoro… Averne una bella scorta in dispensa previene ogni piccola crisi alimentare domestica: nella maggior parte dei casi sono subito pronti per essere impiattati e mangiati, un vero e proprio must per chi si è scordato di fare la spesa o ha una fretta indiavolata. In molti casi, però, il cibo in scatola non viene usato solo come ultima spiaggia, ma anche come parte integrante della dieta quotidiana, soprattutto da chi non ama dilettarsi ai fornelli. Ma è davvero tutto così liscio? No, per niente: dentro alle scatole di questi alimenti si nascondono segreti che i più frettolosi di noi non avrebbero mai voluto sapere.

Cos’è il Bisfenolo A

Per prima cosa, parliamo delle scatole in quanto tali. Nella stragrande maggior parte dei casi questi contenitori in latta hanno un rivestimento realizzato con delle resine di Bisfenolo A, una sostanza che tende ad accumularsi nel nostro organismo. Diversi studi hanno dimostrato che le persone che consumano quotidianamente cibo in scatola presentano una quantità anomala di Bisfenolo A nelle proprie urine. Il lato brutto della faccenda è che questa sostanza è tossica, e gli alimenti che vi entrano in contatto ne sono contaminati: il Canada è stato il primo paese al mondo a dichiararla come tossica, seguito anche dall’Unione Europea, che ne ha messo al bando l’utilizzo per la produzione di biberon. Ma nelle lattine ad uso alimentare la sua presenza è tuttora massiccia, anche perché non si conoscono ancora appieno gli effetti nocivi del Bisfenolo A sulla nostra salute: lo si è collegato talvolta al diabete, all’obesità e alle malattie cardiovascolari. Nonostante questo l’Efsa, (l’autorità europea in fatto di sicurezza alimentare) ha affermato che il Bisfenolo A «non rappresenta un rischio per la salute della popolazione di alcuna fascia di età». Non di meno, però, la stessa Efsa ha abbassato il livello di sicurezza di questa sostanza da 50 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno a 4 microgrammi. Questo modifica, di fatto, certifica che esiste un margine di pericolo, seppur lieve: da questi studi e da queste normative si capisce dunque che, aldilà di tutto, sia preferibile scegliere cibi in vetro o in carta.

Quali cibi in scatola evitare

Fatta questa premessa sui cibi in scatola in generale, veniamo adesso ad una lista che ci spiega quali sono da evitare, e perché.

  • Carne: abbiamo spiegato molte volte i motivi per i quali, ecologicamente parlando, dobbiamo tentare di rendere più sostenibile e consapevole il consumo di carne. L’esatto opposto di tutto ciò è acquistare carne in scatola: essa è infatti ricca di conservanti e in molti casi non ha un’origine controllabile, portando inoltre con sé tutte le tare tipiche delle carni lavorate
  • Fagioli: se li compriamo in scatola, mettiamo in conto di immettere nel nostro organismo una ragguardevole quantità di sodio, della quale il nostro corpo non ha un’enorme bisogno. Se proprio dobbiamo usare fagioli in scatola, sciacquiamoli bene e con cura, e ripetiamo l’operazione. Se possiamo evitare, meglio: acquistiamo invece degli ottimi legumi secchi. Durano un sacco e, una volta cotti, sono molto più buoni
  • Tonno: la pesca del tonno è tutto fuorché sostenibile, e quello venduto in scatola presenta un altissimo livello di mercurio e, come abbiamo spiegato qui, anche di piombo
  • Zuppe: cerchiamo di non abbandonarci a ricordi nostalgici dell’infanzia acquistando delle zuppe in scatola che niente hanno a che fare con quelle preparate dalla mamma o dalla nonna. I prodotti che troviamo inscatolati al supermercato contengono infatti notevoli quantità di sodio, conservanti e altre sostanze totalmente inutili se non dannose per il nostro organismo. E se proprio vogliamo una zuppa ma non abbiamo il tempo di partire dai prodotti freschi, optiamo almeno per quelle surgelate in busta
  • Frutti di bosco: se siamo alla ricerca della preziosa vitamina C contenuta in fragole, lamponi e mirtilli, evitiamo di acquistare frutti di bosco in scatola, poiché il loro reale contenuto di vitamine, rispetto al prodotto fresco, è drasticamente ridotto. Insomma, si può vivere anche senza frutti di bosco, almeno durante la stagione fredda
  • Ananas: stesso discorso fatto per i frutti di bosco. La vitamina C di un ananas affettato e messo in scatola può diminuire del 75%, rendendo pressoché inutile mangiarlo.