de-ossigenazione degli oceani
Inquinamento

De-ossigenazione degli oceani: le cause e le conseguenze

Le attività umane hanno stravolto in modo massiccio e inesorabile il pianeta. Lungi dal fermarsi alle sole terre emerse, però, il cambiamento sta coinvolgendo sempre di più anche i mari e gli oceani, in particolar modo negli ultimi decenni, con conseguenze terribili. Si pensi per esempio ai risvolti tragici dell’inquinamento da plastica, con unisola di rifiuti grande quanto tre volte la Francia che galleggia nel Pacifico. Ma si pensi anche a tutta la plastica presente nel Mar Mediterraneo, con una lista sempre più lunga di uccelli marini, di tartarughe e di balene vittime proprio dei rifiuti plastici, che possono causare soffocamenti, intrappolamenti o letali blocchi gastrointestinali. Non molto tempo fa, in Sardegna, è stata trovata una femmina incinta di capodoglio, morta a causa dei rifiuti ingeriti: nel suo ventre sono stati ritrovati 22 chilogrammi di plastica. Ma quando si parla delle minacce all’oceano non si deve pensare unicamente alla plastica. Ci sono anche le temperature sempre più alte, l’acidificazione, il versamento di sostanze tossiche. E non è tutto qui, c’è anche un altro enorme problema che viene trascurato dai più, ovvero la de-ossigenazione degli oceani: vediamo di che cosa si tratta.

Che cos’è la de-ossigenazione degli oceani

Quando si parla di de-ossigenazione degli oceani si indica la concreta perdita di ossigeno da parte delle acque marine, causata da diversi fattori congiunti. Questa è una minaccia tremenda per gli ecosistemi marini, peraltro già stressati, come ben sappiamo, da altri fattori. Ma cosa porta alla de-ossigenazione delle acque marine? I fattori, come detto, sono diversi. Si parte per l’appunto dal progressivo riscaldamento delle acque; a questo elemento si sommano poi il deflusso sempre più marcato nei corsi d’acqua dei fertilizzanti usati nelle coltivazioni, nonché quello dell’azoto conseguente all’utilizzo dei combustibili fossili. Tutto questo finisce per ridurre in modo significativo i livelli di ossigeno presente nelle acque degli oceani.

Lo studio dell’IUCN

Nel 2019 l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha presentato uno studio dedicato a questo problema, intitolato “La de-ossigenazione degli oceani: un problema di tutti” . Si tratta del più grande lavoro peer-reviewed dedicato all’analisi delle cause, delle conseguenze e delle potenziali soluzioni del problema della perdita di ossigeno degli oceani. Per questo studio sono stati coinvolti quasi 70 studiosi, provenienti da 17 Paesi differenti. Come si legge nel rapporto, «questo è forse l’ultimo campanello d’allarme proveniente dall’incontrollato esperimento che l’umanità sta facendo sugli oceani di tutto il mondo man mano che le emissioni di gas continuano ad aumentare. L’esaurimento dell’ossigeno nell’oceano è una minaccia per gli ecosistemi marini già stressati dal riscaldamento e dall’acidificazione degli oceani. Per fermare la preoccupante espansione delle aree povere di ossigeno, dobbiamo ridurre decisamente le emissioni di gas serra e l’inquinamento da nutrienti provenienti dall’agricoltura e da altre fonti».

In 50 anni il 2% di ossigeno in meno

Stando allo studio dell’IUCN, tra il 1960 e il 2010 i livelli di ossigeno degli oceani globali sono diminuiti del 2%. Le aree oceaniche totalmente prive di ossigeno si sono quadruplicate, quelle con concentrazioni basse sono passate da 45 a 700. Si potrebbe pensare che una riduzione del 2% sia tutto sommato poca cosa. Nel rapporto si spiega però che un cambiamento di questo tipo può condizionare il ciclo planetario di elementi come azoto e fosforo, i quali come è noto sono fondamentali per la vita sul pianeta. Va peraltro detto che in alcune zone il fenomeno è molto, molto grave: uno studio pubblicato su Science parla di una de-ossigenazione del 50% a livello dei Tropici. Per come stanno le cose, le stime per il futuro non sono affatto ottimiste. Si calcola infatti che, entro la fine del secolo, la de-ossigenazione avanzerà ulteriormente, con gli oceani che perderanno tra il 3 e il 4% del loro contenuto di ossigeno.