Ecosistemi acquatici: gli erbivori possono contrastare gli effetti del riscaldamento globale
Cambiamento climatico

Ecosistemi acquatici: gli erbivori possono contrastare gli effetti del riscaldamento globale

In un recente articolo, abbiamo visto come il riscaldamento globale stia influenzando in modo serio anche mari ed oceani. L’aumento della CO2 disciolta nell’acqua, favorendo la fotosintesi, ha come conseguenza la crescita più rapida della vegetazione marina, in particolar modo delle alghe. Negli ecosistemi acquatici, quando le piante prendono il sopravvento, si assiste ad uno stravolgimento della fauna ittica, costretta a migrare verso zone più fredde e meno popolate da organismi vegetali. Ulteriore effetto di questo fenomeno è la stratificazione degli oceani, ovvero il formarsi di tante sezioni composte esclusivamente da popolazioni di piante oppure di pesci, evento amplificato ancora di più dall’aumento delle temperature. Vediamo oggi come alcune lumache marine erbivore, per la precisione le patelle, possono preservare l’ecosistema e limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Ecosistemi acquatici regolati da popolazioni di erbivori

Apparso di recente sulla rivista Science Advances, lo studio di cui vi andiamo a parlare è il prodotto di un esperimento scientifico molto interessante. Guidata dalla dottoressa Rebecca Kordas, ricercatrice presso la Facoltà di Scienze Naturali all’Imperial College di Londra, tale prova empirica è stata messa in atto sulle coste canadesi dell’isola di Salt Spring, nella Columbia Britannica. Qui, il team incaricato dello studio ha ricostruito una versione in miniatura del litorale roccioso, ovvero quella zona costiera soggetta alle maree in cui convivono organismi vegetali con popolazioni di molluschi, stelle marine e lumache di mare. Proprio queste ultime sono le protagoniste dell’esperimento che va a dimostrare come gli erbivori possano stabilizzare gli ecosistemi acquatici soggetti all’aumento delle temperature.

I risultati molto significativi di tale esperimento

Riprodurre in scala ridotta l’habitat delle patelle è risultato un passo necessario per poterne studiare al meglio il comportamento. Sono state posizionate su pannelli di plastica appositamente costruiti, la cui temperatura regolabile ha mostrato le loro reazioni in contesti climatici diversi. In più, la presenza delle maree avrebbe ostacolato e reso impossibile l’esperimento. Una volta conclusa la parte empirica, si è potuto dimostrare come questi organismi portino benefici all’ecosistema intero. Infatti, laddove le piante diventano troppe in numero e crescono a dismisura, le patelle vanno a limitarne la diffusione nutrendosi di esse. Più i vegetali aumentano e più queste particolari lumache erbivore si moltiplicano. La conseguenza principale è che si viene a creare lo spazio sufficiente alle altre specie animali per sopravvivere. Ne beneficiano, in modo particolare, i crostacei, anch’essi molto importanti per l’interno ambiente acquatico. In conclusione, come afferma la dottoressa Kordas: “gli organismi che consumano maggiori quantità di risorse sono i più importanti nel mantenere l’equilibrio in ogni tipo di ambiente, non solo negli ecosistemi acquatici“.

Equilibrio dell’ecosistema: l’esempio dei lupi

Nel caso delle patelle, sono le specie erbivore a tenere l’ecosistema stabile, limitando il diffondersi degli organismi vegetali. Ma vi sono anche casi molto differenti. Pensiamo, ad esempio, ai lupi del parco di Yellowstone, soggetto di un altro interessante esperimento a cui prese parte Rebecca Kordas quando ancora svolgeva il dottorato presso l’Università della Columbia Britannica. Reintroducendo una nutrita popolazione di lupi nell’ecosistema del parco di Yellowstone, gli studiosi hanno assistito ad un fenomeno molto particolare. Va premesso che, in tale tipo di ambiente naturale, l’assenza di un predatore come il lupo, aveva prodotto un incremento vertiginoso degli erbivori, in modo particolare alci e cervi. Questi, nutrendosi delle piante lungo le rive dei corsi d’acqua presenti nel parco, avevano favorito l’amplificarsi di erosioni e smottamenti, con conseguenti straripamenti. Nutrendosi di erbivori, i lupi hanno ridotto drasticamente il pericoloso fenomeno.