panorama energetico asiatico
Energie

All’Expo 2017 di Astana si è parlato del panorama energetico asiatico

Il tema dell’Expo 2017 di Astana è proprio quello dell’energia del futuro, e non deve quindi assolutamente stupire che uno tra i temi più scottanti toccati dagli eventi istituzionali ad essa collegati sia stato quello del panorama energetico asiatico: da una collaborazione tra Irena (International Renewable Energy Agency) e i ministri dell’energia dei Paesi dell’Asia Centrale è infatti risultato un comunicato nel quale si legge a chiare lettere l’impegno nell’accelerare lo sviluppo delle rinnovabili della regione. E quando si parla del panorama energetico asiatico in questa precisa area non si parla certo di briciole: come ha ricordato il direttore generale di Irena Adnan Z. Amin, i Paesi dell’Asia Centrale coprono «una superficie superiore ai 4 milioni di chilometri quadrati, e sono quindi dotati di ricche fonti per l’energia rinnovabile che possono guidare lo sviluppo economico e la crescita sostenibile». Basti pensare che il solo Kazakistan ha una superficie pari a 2,7 milioni di chilometri quadrati, circa nove volte l’estensione della nostra penisola.

Una expo dedicata alle energie sostenibili future

All’esposizione internazionale nella capitale kazaka stanno partecipando 105 Paesi (Italia compresa) e molte organizzazioni internazionali, come per esempio l’Onu, l’Unesco e l’Ocse. A dispetto del fatto che il Kazakistan non sia particolarmente ben voluto dalla comunità internazionale, per il livello bassissimo di democrazia riconosciuto al Paese (nel Democracy Index pubblicato dall’Economist il Paese conquista solo il 139° posto su 167 Paesi), dunque, a livello di espositori la partecipazione è stata piuttosto ampia. Resta dunque da vedere quale sarà l’affluenza totale del pubblico da qui al 10 settembre: quel che è certo è che, in occasione dell’Expo di Milano, proprio il padiglione kazako era risultato senza ombra di dubbio tra i più visitati.

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Fotografia di msykos

I punti chiave del panorama energetico asiatico

Durante l’appuntamento all’Energy Ministerial all’esposizione internazionale di Astana i Paesi dell’Asia centrale hanno quindi identificato sei punti chiave per facilitare la diffusione delle energie rinnovabili e per aiutare la diversificazione del mix energetico a livello regionale. Come ha voluto sottolineare Adnan Z. Amin,

«con degli obiettivi energetici sostenibili fissati per il 2020 ed oltre, la regione adesso può afferrare l’opportunità di avere un futuro energetico rinnovabile, e il Piano di Azione messo a punto potrà sostenere i loro sforzi per la diffusione delle energie green».

Tutti i Paesi partecipanti hanno concordato che, nel panorama energetico asiatico, lo sviluppo delle rinnovabili gioca un ruolo davvero cruciale, per rispondere alla crescente domanda di elettricità da parte della popolazione, per il progressivo deterioramento delle attuali strutture energetiche, per l’accesso limitato e spesso difficoltoso all’elettricità da parte degli abitanti delle aree più remote e, infine, per l’evidente impatto del cambiamento climatico.

L’ottimismo del ministro dell’Energia kazako

Non ha dubbi Bozumbayev Kanat Aldabergenovich, il ministro dell’Energia del Kazakistan, nell’affermare che l’esposizione internazionale di Astana non solo riuscirà a cambiare le sorti del panorama energetico asiatico, ma aiuterà anche la comunità internazionale nell’individuare e sviluppare originali e innovative soluzioni per il futuro dello sviluppo energetico sostenibile. «La collaborazione tra Kazakistan e Irena continua ad essere proficua» ha spiegato il ministro, aggiungendo che «insieme abbiamo fatto significativi passi in avanti per aiutare lo sviluppo sostenibile del panorama energetico asiatico. Siamo convinti che le energie rinnovabili possono aiutare i Paesi dell’Asia centrale nell’imperativo di modernizzare il sistema energetico e di centrare gli obiettivi stabiliti con gli accordi di Parigi».

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I passi avanti nelle rinnovabili della regione asiatica centrale

E il panorama energetico asiatico centrale ha già iniziato la sua trasformazione: negli ultimi due anni gli operatori si sono infatti impegnati per iniziare un processo di diversificazione del mix energetico, installando 500 megawatts di energie rinnovabile non di origine idroelettrica. Di certo questo non basta per risolvere i numerosi problemi della regione a livello energetico, in quanto non si contano tutt’oggi gli abitanti delle aree più remote dell’Asia Centrale che non hanno un accesso costante e sicuro all’energia elettrica e al riscaldamento. Ma tutto questo potrebbe cambiare proprio grazie alla trasformazione e modernizzazione del panorama energetico asiatico in senso sostenibile. Come ha spiegato il direttore del management strategico di Irena Mohamed El-Farnawany,

«il piano di azione stilato ad Astana riflette l’impegno dei paesi dell’Asia Centrale di promuovere il proprio sviluppo economico, attraverso l’accelerazione della diffusione dell’energia rinnovabile. Oltre a tutto questo, il piano di azione permette anche di ridurre le emissioni di anidride carbonica e raggiungere gli obiettivi internazionali per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico».

Italia presente

Come accennato, il tema dell’Expo 2017 è “L’energia del futuro”, declinato in quattro aree: l’utilizzo dell’energia nella vita quotidiana, l’efficienza energetica a livello infrastrutturale e urbanistico, l’energia sostenibile accessibile equamente per tutti e infine le soluzioni per l’energia pulita. L’Italia è presente con uno dei padiglioni più grandi dell’esposizione, potendo infatti vantare su una struttura di circa 900 metri quadrati, progettata dagli architetti Paolo Desideri e Stanislao Cantono di Ceva. All’Expo di Astana, dunque, non si punta solo al rinnovo del panorama energetico asiatico, ma alla valorizzazione delle energie rinnovabili a livello mondiale.