fusione nucleare
Energie

Il piccolo enorme passo in avanti nella fusione nucleare

A bruciare il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America sono stati due tra i grandi quotidiani statunitensi, ovvero il Financial Times e il Washington Post. Entrambe le testate hanno infatti anticipato l’annuncio ufficiale di un giorno, spiegando al mondo intero che negli Stati Uniti si è riusciti per la prima volta a riprodurre il meccanismo che genera l’energia nelle stelle che vediamo nel cielo notturno come nel Sole: si parla quindi della fusione nucleare. Non si tratta esattamente del primo test di questo, tipo, ma a fare la differenza – grande, enorme – rispetto agli esperimenti precedenti è il fatto che, questa volta, si è riusciti a farlo con un saldo positivo di energia.

La fusione nucleare diventa realtà: l’annuncio

Pur bruciati sul tempo dalle testate giornalistiche, i dirigenti USA hanno ovviamente organizzato una conferenza stampa a Washington per annunciare quella che già all’incontro è stata definita come “una svolta storica” o come “un passo che potrebbe rivoluzionare il mondo”. L’esperimento in questione è avvenuto nella struttura sperimentale National Ignition Facility che si trova in California, presso il Lawrence Livermore National Laboratory.  Qui la fusione nucleare è stata creata grazie all’impiego di 192 fasci laser che si sono concentrati verso un’unica capsula per qualche miliardesimo di secondo. Pochissimo, ma sufficiente per fare la storia: è la dimostrazione che si è effettivamente sulla strada giusta per poter generare della energia pulita, inesauribile e a basso costo. Insomma, come poter accendere a piacimento un piccolo “sole” all’interno di una centrale per la creazione di energia elettrica. Arati Prabhakar, direttore dell’ufficio per la scienza e la tecnologia della Casa Bianca, ha spiegato che questo è «un tremendo esempio di ciò che la perseveranza può ottenere». La segretaria al dipartimento Usa dell’energia, Jennifer Granholm, ha parlato di un risultato storico e di un punto di svolta per altre scoperte, e Kim Budin, la direttrice del centro Lawrence Livermore, ha ribadito che questa «è una delle sfide più significative mai affrontate dall’umanita».

Cos’è la fusione nucleare

Per capire la portata di questo risultato va sottolineato che la fusione nucleare non va confusa con la fissione nucleare, ovvero con la rottura dell’atomo così come scoperta da Enrico Fermi. La fusione nucleare non produce radiazioni né scorie radioattive. In comune con la fusione nucleare ha il fatto di produrre quantità assolutamente ridottissime di anidride carbonica.

Perché è così importante il test californiano

Qualcuno ha già definito il test fatto in California come la “scoperta del secolo”. Forse è un po’ presto per dirlo. Eppure è un fatto: per la prima volta si è riusciti a creare una fusione nucleare con un saldo netto di energia, utilizzando 2,1 megajoule di energia dei laser per produrne 2,5. Certo, meno di un kWh, ma comunque più di quanta utilizzata in entrata. Questo significa che si è sulla strada giusta per poter effettivamente sviluppare degli strumenti in grado di produrre energia teoricamente illimitata e sostenibile. Il punto chiave dell’esperimento sarebbe l’utilizzo dell’idrogeno in forma di plasma.

Fusione nucleare: l’uso commerciale è molto lontano

Di certo sulla fusione nucleare è stato fatto un importante passo in avanti, ma è altrettanto sicuro che questo non potrà essere l’ultimo. Come ha spiegato Budin «questa è stata una accensione, per una sola volta, di una capsula, ma per ottenere l’energia commerciale da fusione c’è bisogno di molte cose. Bisogna essere in grado di produrre molti eventi di innesco per fusione per minuto e bisogna avere un robusto sistema di elementi di trasmissione per realizzarli. Ma con sforzi e investimenti concertati, e alcuni decenni di ricerca sulle tecnologie necessarie, saremo nella posizione di costruire una centrale elettrica». Si capisce che allora la fusione nucleare potrà essere pronta per un uso commerciale non prima di 40, 50 o 60 anni. In quel momento, però, si potrà avere un’altra importante fonte di energia rinnovabile, da affiancare al fotovoltaico, all’eolico, all’idroelettrico, al geotermico e alla biomassa.