Frutti e foglie del Gingko Biloba (foto: commons.wikimedia.org)
Benessere green

Ginkgo biloba: un fossile vivente dai molti benefici

UN FOSSILE VIVENTE. Un rimedio erboristico vecchio di milioni di anni: è il Ginkgo biloba, una pianta comparsa sul nostro pianeta ben 200 milioni di anni fa. Darwin la definì come un fossile vivente, poiché la pianta presenta delle caratteristiche primitive ed è l’unico esemplare rimasto appartenente alla famiglia delle Ginkgoine. Se il suo status scientifico potrebbe far pensare ad una pianta rarissima ed estremamente fragile, al contrario il Ginkgo è una pianta molto diffusa, anche qui in Italia. Essa è infatti di origini cinesi, ma è stata importata in Occidente nei secoli scorsi per fini ornamentali. Il Ginkgo è un albero molto alto, che può raggiungere circa 40 metri di altezza: cresce bene nelle regioni più miti e tollera temperature molto basse.

UN PO’ DI ETIMOLOGIA. Il nome Ginkgo significa probabilmente ‘albicocca d’argento’, forse a causa della somiglianza tra il noto frutto e il rivestimento dei semi di Ginkgo, che si presentano all’esterno ricoperti da un involucro carnoso. Il secondo termine, ‘biloba’, è invece riconducibile alla struttura delle foglie, che per l’appunto sono costituite da due lobi accostati l’uno all’altro. Si è detto che la pianta è stata importata in Occidente per motivi ornamentali: questo non deve però oscurare il motivo di maggiore interesse per la pianta, ovvero il suo uso fitoterapiaco, che negli ultimi anni si è diffuso anche nei nostri paesi e che sta spingendo la coltivazione di nuove piante.

USI E BENEFICI. Le parti del Ginkgo utilizzate nella fitoterapia sono le foglie e la polpa dei semi. Queste parti contengono infatti abbondanti quantità di flavonoidi, quercetina, acido cumarico, isoramnetina, proantocianidine e catechine, tutte sostanza che si rivelano ottimi antiossidanti e quindi perfetti alleati nella lotta ai radicali liberi e contro l’invecchiamento cellulare. Sempre i flavonoidi, tipici del Ginkgo ma anche di altre erbe come il tè verde e la curcuma, agiscono con un tocco benefico a livello della rete capillare, aumentando il tono della parete vasale. Questa caratteristica rende così il Ginkgo molto utile in caso di disturbi e patologie legati alla circolazione sanguigna periferica. Un altro principio attivo molto interessante della pianta è il ginkgolide B, il quale si è dimostrato un ottimo inibitore del fattore di aggregazione piastrinica: in questo modo l’assunzione dell’estratto di Ginkgo aiuta a prevenire la formazione di trombi e si rende anche molto utile nel trattamento delle vene varicose. Nella medicina cinese, infine, il Ginkgo viene spesso consigliato come complemento dietetico atto a rinvigorire le capacità mentali, in virtù dell’aumento della circolazione sanguigna cerebrale e della velocizzata eliminazione delle scorie dal nostro organismo.

DOVE SI TROVA E COME SI ASSUME. È possibile acquistare gli estratti di Ginkgo biloba in farmacia, parafarmacia ed erboristeria. Non solo, è disponibile anche online [amazon text=sotto forma di tavolette&asin=B003VJQGPU]  oppure [amazon text=di foglie tritate&asin=B00WR9QQOG].