Eventi estremi in Italia
Cambiamento climatico Italia

Gli eventi estremi in Italia nel 2022: 132 in 7 mesi

L’emergenza eventi estremi in Italia è davanti agli occhi di tutti. Si pensi a quanto successo nelle settimane scorse in Toscana, con danni enormi, e con migliaia di utenze rimaste per giorni senza corrente elettrica proprio a causa del maltempo. Durante la perturbazione le utenze saltate erano state in tutto 27 mila, e solo 21 mila sono state ripristinate nelle ore immediatamente successive. A Sestri Levante, per esempio, il maltempo ha causato in un solo giorno danni per circa 2 milioni di euro, guardando peraltro alle sole strutture come scuole, parchi, case di riposo, infrastrutture stradali: calcolando i danni subiti dai privati la cifra finale potrebbe anche raddoppiare. Fenomeni di questo tipo, negli ultimi mesi, hanno colpito il paese da sud a nord, portando a un’annata drammatica dal punto di vista degli eventi estremi: a sottolineare l’eccezionalità del 2022 è un report di Legambiente.

Già 132 eventi estremi in Italia nel 2022

Non è solo una sensazione, non sono i quotidiani a gonfiare quanto accaduto: Legambiente conferma che, nei primi 7 mesi del 2022, ci sono stati in tutto 132 eventi estremi in Italia. Un numero che supera la media annua dell’ultimo decennio. Si parla di trombe d’aria, di bombe d’acqua , di ondate di calore, di grandinate, di gravi siccità, fenomeni che hanno colpito i più diversi territori, causando danni ingenti ai territori, alla salute dei cittadini, alle infrastrutture, alle abitazioni. E se il 2022 è stato colpito in modo particolare, è vero anche che ormai da anni la Penisola viene funestata frequentemente da fenomeni climatici eccezionali. Iniziando a contare dal 2010 per arrivare fino al luglio del 2022, in tutto sono 1.318 gli eventi estremi in Italia individuati da Legambiente, con i danni più gravi a colpire 710 comuni italiani. Il fenomeno meteorologico estremo più comune è quello della pioggia intensa con conseguenti allagamenti, voce che torna per ben 516 volte a partire dal 2010. E ancora, si contano 367 danni conseguenti a trombe d’aria, 157 danni alle infrastrutture causati da piogge, 123 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 63 danni da grandinate, 55 danni da siccità prolungata, 55 frane da piogge intense, 22 danni al patrimonio storico, 17 ondate di calore.

L’assenza di un piano nazionale di adattamento al clima

Di fronte a questi dati, è assordante il silenzio provocato dall’assenza di un piano nazionale di adattamento al clima. Tra i grandi paesi europei, l’Italia è ad oggi l’unico a non aver previsto un piano di questo tipo: esiste solamente una bozza realizzata nel 2018, finita poi nel dimenticatoio. Ecco allora che Legambiente denuncia non solo questa mancanza, ma anche il fatto che temi fondamentali come la lotta alla crisi climatica e l’adattamento al cambiamento climatico siano quasi del tutto trascurati nella campagna elettorale che stiamo vivendo in queste settimane.

Un 2022 da codice rosso

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha spiegato che «il 2022 in fatto di eventi climatici estremi è da codice rosso. Chi si candida a governare il paese per i prossimi 5 anni dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica, una delle principali emergenze planetarie che rischia di mettere in ginocchio l’intero Pianeta». Tutti gli eventi estremi in Italia dimostrano come «non ci sia più tempo da perdere. Se non si interviene al più presto, rischiamo nei prossimi anni sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia di sprecare anche le risorse del PNRR. Servono cambiamenti strutturali, politiche innovative, investimenti in tecnologie pulite e un piano nazionale di adattamento al clima non più rimandabili. Senza dimenticare che va aggiornato anche il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ai nuovi obiettivi europei di riduzione di gas climalteranti del RepowerEU, va applicato un taglio radicale dei tempi di autorizzazione dei nuovi impianti a fonti rinnovabili e va prevista una procedura semplificata per il rinnovo e il potenziamento di quelli esistenti».