pinguino imperatore è minacciato dai cambiamenti climatici
Animali Cambiamento climatico

Il pinguino imperatore è minacciato dallo scioglimento dei ghiacci

Un esemplare adulto raggiunge i 115 centimetri di altezza e i 45 chilogrammi di peso. Riesce ad affrontare temperature di circa -60, -80 o persino (considerando gli effetti dei venti gelidi) -100 gradi nell’inverno artico. Vive in media 20 anni, anche se sono noti esemplari che hanno raggiunto i 40 anni di vita. Goffo e buffo mentre cammina, è un uccello ma non sa volare: sa invece nuotare benissimo, raggiungendo i 40 chilometri all’ora, e immergendosi anche per oltre 20 minuti, arrivando a profondità di centinaia di metri. Il pinguino imperatore è senz’altro un animale interessantissimo, che non manca mai di stupire. Ma è anche drammaticamente a rischio: il pinguino imperatore è minacciato dal cambiamento climatico e dallo scioglimento dei ghiacci. Il venir meno della banchisa di ghiaccio rende la vita e la riproduzione di questi pinguini molto difficile, e proprio durante l’ultima stagione degli studiosi hanno riscontrato dei “fallimenti totali di riproduzione” in diverse aree dell’Antartico.

Come e perché il pinguino imperatore è minacciato dallo sciogliersi dei ghiacci

Il pinguino imperatore è l’unico uccello antartico che nidifica durante l’inverno, tra maggio e giugno, all’inizio della stagione fredda australe. Le femmine depongono un singolo uovo, per poi andare alla ricerca di cibo. A covare l’uovo resta il maschio, aspettando la femmina per la schiusa, 65 giorni dopo. Ma non si può certo pensare che il pulcino di pinguino, appena uscito dall’uovo, possa affrontare tutte le minacce dell’Antartico: prima di poter nuotare e affrontare le gelide acque antartiche, infatti, i pulcini devono sviluppare il piumaggio impermeabile. Questo avviene tipicamente tra dicembre e gennaio, nei mesi estivi dell’area antartica. Ed è qui che insorge il principale problema causato dai cambiamenti climatici, con i blocchi di ghiaccio su cui vivono i pinguini imperatori che si sciolgono troppo presto, condannando a morte pressoché certa i pulcini non ancora in grado di sopravvivere in acqua.

Lo studio della British Antarctic Survey

Un team di ricercatori della British Antarctic Survey, in uno studio pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, ha dimostrato che il pinguino imperatore è minacciato dall’anticipo con cui si stanno sciogliendo i ghiacci in Antartide. Il mare di ghiaccio che si trova al centro e nella parte orientale della regione del mare Bellingshausen lo scorso anno si è infatti rotto e sciolto con grande anticipo, prima che i pinguini sviluppassero le proprie piume impermeabili. In questa parte dell’Antartide, 4 su 5 siti di riproduzione scelti dai pinguini imperatori non avrebbero quindi dato scampo ai neonati, portando a un fallimento riproduttivo di dimensioni inedite. I ricercatori hanno infatti dichiarato di non avere mai visto il pinguino imperatore mancare la riproduzione su questa scala in una singola regione.

A peggiorare la situazione c’è il fatto che i pinguini imperatori tendono a ritornare anno dopo anno nella medesima area per la riproduzione. Ecco allora che l’anno prossimo potrà accadere la stessa cosa: su 5 siti riproduttivi nell’area del mare Bellingshausen, 4 probabilmente si potrebbero nuovamente rivelare fallimentari. Per questo motivo, partendo dalle condizioni del mare di ghiaccio nei prossimi anni e decenni, gli studiosi sono arrivati ad affermare che entro la fine del secolo oltre il 90% delle colonie di pinguini imperatori potrebbero essere classificate come “quasi-extinct”. Perché certo, quello che è accaduto nel 2022 è stato un fatto eccezionale e senza precedenti; le condizioni atmosferiche lasciano però presagire che lo scioglimento anticipato dei ghiacci possa diventare la norma in breve tempo.