Impianti fotovoltaici nel deserto: In Egitto l'unico produttore è KarmSolar
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Impianti fotovoltaici nel deserto: In Egitto l’unico produttore è KarmSolar

L’Egitto, con i suoi 90 milioni di abitanti è uno degli stati africani più popolosi. Con una massiccia richiesta di energia elettrica e una posizione geografica che lo favorisce, dovrebbe essere fra i primi possessori al mondo di impianti fotovoltaici. Invece, la situazione è all’esatto opposto e l‘Egitto è costretto ad importare dall’estero il gas necessario per produrre l’energia elettrica. A partire dal 2014, però, le cose stanno cambiando e il Ministro dell’Elettricità e dell’Energia egiziano ha deciso di stanziare un miliardo di dollari per implementare questo settore, con lo scopo di soddisfare entro il 2020 il 20% del fabbisogno elettrico attraverso gli impianti fotovoltaici.

KarmSolar: l’unica realtà negli impianti fotovoltaici

Attualmente, benché il mercato abbia iniziato a muoversi grazie ai finanziamenti pubblici, l’unico produttore di energia solare rimane KarmSolar, azienda specializzata in soluzioni energetiche sostenibili ed efficienti. Gli impianti fotovoltaici KarmSolar sono presenti esclusivamente a Sahl Hasheesh, località balneare sul Mar Rosso. Qui, è stata costruita una stazione da 2.2 megawatt ed avviato un piano basato sulla Feed in Tariff, ovvero l’applicazione di una tariffa vantaggiosa per privati o aziende che usino gli impianti fotovoltaici e vendano alla rete l’energia in surplus. KarmSolar è stata fondata nel 2011, anno di grandi turbolenze sociali e politiche in Egitto per via del movimento di insurrezione popolare contro il presidente Mubarak. In un clima di instabilità generale di questo tipo, i primi anni per KarmSolar sono stati difficili. In seguito, però, è cresciuta molto, diventando oggi non solo un produttore di energia solare ma anche un hub che integra nuove attività basate su tale fonte rinnovabile.

Nuove applicazioni per l’energia solare di KarmSolar

L’unica azienda egiziana sul mercato non si sta limitando a produrre energia. Infatti, diversi anni dopo la sua nascita, KarmSolar si sta espandendo in vari modi, principalmente sviluppando sistemi di pompaggio dell’acqua destinati all’agricoltura ed alimentati con impianti fotovoltaici. Si tratta di soluzioni innovative ed economiche, che garantiscono all’agricoltore costi decisamente più contenuti. L’altro ramo di applicazione è legato all’edilizia e si chiama KarmBuild. Tale progetto ha l’obiettivo di costruire edifici autonomi a livello energetico grazie al fotovoltaico. Integrare in modo inscindibile architettura ed energie rinnovabili è il cuore di questo programma che trova concreta applicazione nel KarmaSolar Campus: costruito nella Bahareya Oasis, si tratta di una sede operativa dell’azienda con laboratorio integrato, tutto alimentato a energie rinnovabili. Le idee di KarmSolar stanno avendo un buon successo ma, secondo Ahmed Zahran, amministratore delegato dell’azienda, sono ancora molti gli ostacoli sul cammino. Si riferisce principalmente alla dipendenza cronica dal gas di città come Il Cairo e Alessandria, luoghi in cui operare un cambiamento è estremamente difficile.

L’energia solare in Italia: punti di contatto e differenze con l’Egitto

Nel 2011, anno di fondazione di KarmSolar, l’Italia è stato il paese al mondo con la maggiore percentuale di energia elettrica prodotta con impianti fotovoltaici, equivalente all’8%. Un segnale questo molto importante del sostegno da parte dello stato, grazie a sgravi e incentivi per chi decide di usare tale tipo di energia. La crescita, avvenuta in modo costante fra il 2007 ed il 2012, sembra però essersi interrotta. Come in Egitto, infatti, l’instabilità politica ha influenzato molto questo settore. Ma mentre Il Cairo ha deciso di investire tanto nell’energia solare, il nostro governo sembra fare dei passi indietro. Ne è un esempio il cosiddetto decreto “spalma-incentivi” del 2014, voluto dal governo Renzi, che opera un taglio (anche retroattivo) degli incentivi per i nuovi impianti e impone una tassa per gli utenti privati che non intendano scambiare la propria energia con la rete nazionale.