Le emissioni inquinanti di un'automobile (foto: notizie.tiscali.it)
Inquinamento

L’inquinamento riduce la nostra aspettativa di vita

30MILA MORTI OGNI ANNO. L’inquinamento italiano diminuisce la nostra aspettativa di vita, soprattutto per chi abita al Nord Italia. Non sono buone notizie, quelle diramate dal Ministero della salute: il combinato di particolato, biossido di azoto e ozono che infesta la nostra aria costa più di 30 mila vite ogni anno. Insomma, 7 italiani su 100 muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico. Questo non significa che non si sia già provato a metter rimedio a questo drammatico problema: come è noto ormai a tutti, esistono limiti legali per l’inquinamento, che, se rispettati, porterebbero ad un risparmio di circa 11 mila vite all’anno. Ma per raggiungere tale obiettivo sarebbe necessario ridurre drasticamente il traffico privato, promuovere la mobilità sostenibile e tenere sotto controllo la combustione di biomasse, tra le principali cause di inquinamento dell’aria.

MIGLIORARE È  POSSIBILE. I dati pubblicati dal Ministero sono il risultato del progetto Viias, che per la prima volta è arrivato a realizzare una mappa dettagliata provincia per provincia degli effetti dell’inquinamento. Ed è proprio qui, come si è accennato, che si scopre la grossa differenza tra il Settentrione e il Meridione. Se infatti nel Sud l’aspettativa di vita si riduce di 5,7 mesi, nel Nord l’inquinamento toglie mediamente 14 mesi di vita. La maglia nera spetta alla Lombardia, dove si attribuiscono ai livelli di PM2,5 ben 164 decessi ogni 100 mila residenti. Su questo grigio podio si piazzano poi l’Emilia Romagna e il Veneto, rispettivamente con dei tassi di 124 e 111. Ma a minacciare la salute degli italiani non è solo il particolato sottile: anche il biossido di azoto si è rivelato essere un pericoloso killer silenzioso, causando la morte di ben 23 mila persone nel solo 2005. Di buono c’è da dire che, a causa della crisi economica, con il conseguente calo di produzione, si sono osservate delle diminuzioni sia per quanto riguarda il particolato fine che per il biossido di azoto. Come ha spiegato il coordinatore di Viias Francesco Forastiere, «migliorare è possibile, con adeguate politiche di contenimento delle emissioni, tenendo presente che se le emissioni industriali e da traffico restano importanti, vanno oggi prendendo sempre più importanza anche altre fonti, come l’uso di biomasse per il riscaldamento e le emissioni di ammoniaca provenienti dall’agricoltura».