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L’Italia rumorosa: i dati Ispra sull’inquinamento acustico

RUMORE OLTRE LA NORMA. Si tende spesso a sottovalutare i danni dell’inquinamento acustico, che viene visto come uno delle forme di inquinamento ‘meno pericolose’. In realtà a lungo andare le persone sottoposte a questo tipo di disturbo possono soffrire di stress e problemi psicologici. Devono dunque destare preoccupazione i dati pubblicati dall’Ispra a proposito dell’inquinamento acustico in Italia: secondo i dati ambientali dell’Annuario, infatti, il 42,6% delle sorgenti di rumore oggetto di controllo ha presentato un superamento dei limiti normativi. I controlli sono stati fatti soprattutto in base a segnalazioni da parte dei cittadini: le sorgenti di rumore maggiormente controllate sono state le attività di servizio e commerciali, nel 57,7% dei casi, e le attività produttive, 31,5%.

CLASSIFICATA SOLO LA METÀ DEI COMUNI. Quello dell’inquinamento acustico è dunque un problema sempre più sentito; una delle possibili soluzioni potrebbe essere la classificazione acustica, che però deve in primo luogo venire approvata dai rispettivi comuni. Purtroppo nel 2012 (anno a cui fa riferimento l’Annuario Ispra) solo il 51% dei centri abitati italiani ha dato il via alla propria classificazione acustica. Nel dettaglio, solamente il 56,5% della popolazione italiana risiede in comuni che hanno approvato la classificazione acustica.