Signore accaldate in una torrida giornata estiva (foto: www.improntalaquila.org)
Italia

L’Italia tropicale del futuro: fino a 5 gradi in più

SEMPRE PIU’ CALDO. L’Italia si avvicina sempre di più ai tropici: e no, ovviamente la nostra penisola non si sta muovendo verso Sud. È piuttosto il clima a trasformare pian piano il nostro paese in un paese tropicale, con un mutazione delle temperature che potrebbe portare a conseguenze molto gravi. È l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a disegnare un futuro torrido per l’Italia: entro la fine del secolo la temperatura media potrebbe aumentare di 5 gradi.

PREVISIONI PESSIMISTICHE. Stando ai dati pubblicati dall’Ispra nel rapporto “Il clima futuro in Italia”, l’aumento delle temperature è ormai un fattore certo e ineluttabile. Precisato questo, le previsioni per il clima dei prossimi decenni possono variare entro un range ben stabilito: in una visione ottimistica, ha dichiarato l’Ispra, le temperature medie italiane aumenteranno tra 1,8 e 3,1 gradi. In uno scenario pessimistico, invece, l’aumento delle temperature potrebbe attestarsi tra i 3,5 e i 5,4 gradi centigradi. In quest’ultimo caso, le estati di fine secolo si trasformerebbero in veri e propri forni, con punte di calore che potrebbero arrivare a 7 gradi in più rispetto alle temperature estive attuali. In tutti i casi, sia nelle visioni più ottimistiche che in quelle più pessimistiche, i giorni di gelo caratteristici del nostro clima sono destinati a diminuire, ridimensionando la lunghezza degli inverni, destinati infatti ad accorciarsi tra i 10 e i 39 giorni. Ovviamente a guadagnarne saranno i giorni estivi, che aumenteranno fino a 56 in più ogni anno.

IL RECORD DEL 2014. Da questo punto di vista, le canicole degli ultimi anni non sarebbero che delle piccole avvisaglie di quello che ci spetta in futuro. Se i record del 1994 e del 2003 sono stati surclassati dal 2014, il quale con la sua temperatura media di 1,57 gradi superiore alla norma si è attestato come l’anno più caldo dal 1961, l’Italia del 2100 non potrà che sudare molto, molto di più.