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Urbanistica

Giardini urbani, Londra sempre più verde con nuovi 100 pocket parks

Sfruttare ogni angolo della città, anche il più piccolo, per piantare alberi, prati e fiori. Trasformare tutti gli spazi urbani inutilizzati in aree verdi dove potersi ricaricare, dedicarsi alla coltura o semplicemente respirare aria pulita. Un sogno? Tutt’altro. È ciò che è accaduto a Londra negli ultimi quattro anni dove, grazie all’impegno dell’ex sindaco Boris Johnson, la città ha assistito a una vera e propria rigenerazione con il lento fiorire di piccoli giardini urbani in ogni spazio abbandonato, anche quello più ridotto e inimmaginabile.

100 Pocket Parks: Londra si riempie di piccoli giardini urbani

Si è definitivamente concluso negli scorsi mesi il progetto 100 Pocket Parks che, parte del programma London’s Great Outdoors, ha previsto la realizzazione di 100 nuovi parchi tascabili in 26 quartieri sparsi per la città. Le aree scelte per la riconversione sono state diverse. Si va da veri e propri angoli fra una strada e l’altra che sono stati rinverditi a degli spazi più ampi abbandonati che sono stati convertiti in parchi gioco, orti urbani o aree pubbliche dedicate al relax.

25 ettari convertiti in aree verdi

Dal Rain Garden di Vauxhall al parchi giochi dedicato ai dinosauri di Hornsey fino ai giardini edibili realizzati alla fermata degli autobus di Stockwell, a sud di Londra, sono più di 25 gli ettari di terreno che sono stati riqualificati in chiave green e messi a servizio della comunità. A fronte di un impegno finanziario contenuto, pari a 2 milioni di sterline.

Ridurre l’inquinamento e offrire agli abitanti delle oasi di pace

L’obiettivo dell’ex sindaco ambientalista era duplice. Da un lato vi era la volontà di mettere in atto una serie di misure semplici e immediate per migliorare la qualità dell’aria della capitale britannica e contrastare il cambiamento climatico. Dall’altro l’idea di offrire alla popolazione degli spazi comuni per la condivisione di attività all’aperto e dove potersi concedere una pausa dallo stress quotidiano.
Nell’immaginario di Johnson i giardini urbani sarebbero dovuti diventare delle piccole oasi di pace e tranquillità, una sorta di antidoto alla frenesia metropolitana ma al tempo stesso un’occasione per promuovere la socialità fra abitanti del quartiere.

Rafforzare il senso di condivisione e di appartenenza

L’iniziativa ha di fatto rafforzato il senso di condivisione e appartenenza nel comune controllo del territorio urbano, anche perché molti dei giardini urbani sono stati gestiti dalla comunità stessa. Residenti, gruppi di quartiere e associazioni green sono stati coinvolti attivamente sia nella fase progettuale sia in quella realizzativa e la risposta, come spesso accade in questi casi, è stata più che positiva.

Una mostra per raccontare le esperienze di chi ha partecipato al progetto

Per celebrare il successo del programma è stata allestita, nell’agosto 2015, una mostra gratuita e aperta al pubblico al City Hall, con l’obiettivo di condividere le storie e le esperienze di 11 persone che hanno contribuito alla creazione dei progetti di pocket parks sparsi per tutta Londra.

Fra questi, sono intervenuti Bridget e Menna Hyrd, che hanno lavorato alla realizzazione di un parco giochi per bambini nel quartiere popolare di Southwark.

“Questo piccolo parco – hanno dichiarato – ha reso la nostra zona molto più bella e accogliente. E’ diventato un luogo di incontro per le famiglie residenti, che sembrano molto più felici di abitare in questo posto”.

Jenny Jefferies ha invece collaborato al progetto Churchward House Greening Project, che ha previsto la realizzazione di un grande parco intorno all’edificio in fase di riqualificazione e di una serie di aiuole di fioriere lungo i marciapiedi e le strade del quartiere.

“Gli abitanti delle metropoli non hanno l’opportunità di vivere fra piante, alberi e fiori, che hanno un impatto benefico sulla salute fisica e mentale. Ricreare degli angoli o dei giardini urbani pieni di verde dove poter trascorrere del tempo è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei residenti”.